Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Ternana-Spezia

Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Ternana-Spezia

Anche la seconda in casa é andata, contro uno Spezia alla ricerca della prima vittoria del campionato, che la Ternana gli ha negato dopo aver rischiato di regalargliela. Luci e ombre, buone cose e cose meno buone. Tengo il rigore. Il secondo penalty in tre partite, due su due nelle partite di questa settimana, il secondo realizzato da Avenatti, che si propone e si scopre rigorista. Un calcio di rigore conquistato da un ottimo Surraco, entrato da poco e subito decisivo; un'azione tutta uruguagia che porta alla Ternana un punto fondamentale. Tengo la "tigna". Quale parole migliore per definire la tenacia di una Ternana che, ferita e colpita su un proprio errore, si rialza e continua a crederci, nonostante le gambe pesanti? La "tigna", il carattere, la volontà di non darla vinta a nessuno ci piace molto, e ci servirà in un campionato come questo. Tengo i record uruguaiani. Cento in rossoverde per Avenatti, duecento in Serie B per Surraco, e cone decidono di festeggiare i rispettivi traguardi? Ovviamente incidendo, entrambi, sul gol del pareggio. Magari ci fossero sempre traguardi da festeggiare… Butto il gol regalato. Un brutto errore di Bacinovic, in un momento che lo ha visto un po' troppo in difficoltà, il retropassaggio che ha sorpreso Valjent, la palla in rete. Un momento di blackout che ha gelato il Liberati, una rete che avrebbe potuto compromettere una partita intera. E se fosse capitato sul finire? Cose che capitano, ma speriamo il meno possibile. Butto la fatica nelle gambe. Non è semplice giocare due partite in quattro giorni, soprattutto ad inizio stagione, quando la squadra non ha ancora trovato la giusta condizione; oggi si è visto. Aver recuperato la partita contro il Pisa mercoledì sera ha inciso eccome sulla prestazione di oggi, che resta pur sempre dignitosa. Butto (ancora) che non c'era. Ci sembravano pochi i 5500 presenti al Liberati contro il Pisa, peggio i 3500 (circa) presenti oggi. Onore a chi é venuto a sostenere la squadra, ma gli altri dove erano? Non ci siamo.