Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Ternana-Vicenza
Tengo il primo gol di Petriccione. Una rete che purtroppo, alla fine dei giochi, si è rivelata soltanto un'illusione, ma che al 5' del secondo tempo a tutti è sembrato l'inizio della risalita, l'inizio dell'impresa; un gol di notevole fattura, realizzato al temrine di una azione magistralmente partita dai piedi di Falletti. E così è arrivato anche il primo gol per Jacopo Petriccione, che oltre a fornire assist, da ieri, risulta anche come uno dei marcatori della Ternana, un riconoscimento che corona una prima metà di campionato giocato a buoni livelli, consacrando il giovane centrocampista come una delle sorprese più positive nell'ambito rossoverde. Peccato, se avesse portato punti sarebbe stato davvero festeggiato nel migliore dei modi.
Tengo il ritorno in campo di Dugandzic. Certamente un quarto d'ora di partita non può bastare nemmeno per farsi un'idea vera e propria su come sia entrato in gara, ma rivedere il croato calcare il Liberati, dopo tutta quella serie di infortuni che lo hanno tenuto fuori, è una liberazione, per noi ma soprattutto per Carbone e per Marko stesso. Qualche buona idea, qualche sportellata e qualche inserimento interessante, ma quello che più conta è che adesso la Ternana può veramente dire di aver fatto il suo primo acquisto, e Carbone può contare su un attaccante in più, un'alternativa da non sottovalutare.
Tengo le prossime due. Vincere ieri sarebbe stato il famoso salto di qualità, la conferma che tutti cercavamo e continuiamo a invocare, lo slancio per capire cosa la Ternana potrà essere e fare da grande; la sconfitta ha ridimensionato un po' tutto, e ha riportato il morale un po' più giù. Fortunatamente, però, il girone di andata non è ancora finito, ci sono sul piatto ancora 6 punti, che mai come adesso sarebbe importante mettere in cascina; testa bassa e pedalare, guai a farsi prendere dallo sconforto, non eravamo imbattibili ieri, non siamo irrecuperabili oggi. Spal ed Ascoli, da oggi questo conta.
Butto la classifica. Il rovescio della medaglia, come si suol dire, perchè se una prestazione meno brillante del solito non può e non deve gettare nessuno nel vortice della demoralizzazione, la classifica è sempre qui per ricordare a tutti quelli che gravitano nell'ambito Ternana che i punti vanno fatti, ogni volta che si può. La Ternana è nuovamente in zona playout, e certamente questo non fa affatto piacere, nè a noi nè alla squadra, e adesso l'unica cosa che si può fare è lavorare per smettere di pagare a caro prezzo le ingenuità che si commettono.
Butto il rigore. In presa diretta è sempbrato netto, rivedendolo alla moviola più di qualcuno ha tentennato, fatto sta che, come spesso accade in questo campionato, potremmo discutere della decisione dell'arbitro per ore, cercando di capire se il penalty fosse o meno evidente. Il punto, però, è che come troppo spesso succede è arrivato all'ultimo, sullo scadere, quando ormai la Ternana avrebbe potuto e dovuto controllare la partita, potuto e dovuto essere contenta del punto conquistato, che avrebbe comunque mosso la classifica, e avrebbe comunque tenuto dietro il Vicenza. Invece, no, un errore banale, un ritardo in copertura, un taglio non perfetto e siamo di nuovo a parlare di una beffa: lo abbiamo detto forse già troppe volte, ma queste leggerezza non possono essere commesse.
Butto il tabù Bisoli. Come si direbbe a Terni, "anche quest'anno si vince l'anno prossimo!": quando in panchina c'è Bisoli, per la Ternana la strada è sempre in salita, e finisce sempre, o quasi, in un vicolo cieco. Il tecnico binacorosso ha perso solamente una volta coi rossoverdi, e ieri ha inanellato la sua settima vittoria contro la Ternana, confermandosi la bestia nera, nerissima, delle Fere, e nemmeno la sua espulsione è riuscita a vanificare l'effetto Bisoli sulla partita.