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Tre cose che tengo, tre cose che butto dopo Ternana-Virtus Entella

Tengo gli attaccanti. Tre gol da attaccanti puri, tre gol da punte capaci di mangiarsi il mondo, di giocate di alta qualità. Il pallone di Palombi va a infilarsi in porta senza dare possibilità d’appello a Iacobucci, di fatto quando l’arbitro aveva ancora il fischietto in bocca, le due reti di Avenatti nascono da due stacchi da terra impressionanti, Felipe sembrava quasi una di quelle giocatrici di pallavolo che nei manga e nei cartoni animati riescono a rimanere in aria per ore. Tre perle di rara bellezza, che speriamo di poter continuare a pescare.
Tengo la difesa. Non sappiamo quale nuova alchimia si sia venuta a creare in difesa, ma forse mai come oggi c’é stata la senzazione che la Ternana potesse gestirla, senza troppi patemi. Ancora qualcosa da registrare, senza dubbio, ma nessun errore marchiano e poche disattenzioni. Forse la vera sorpresa è Aresti, anche se tutti sapevamo la sua validità; un vero e proprio direttore d’orchestra nel gestire i suoi.
Tengo la tigna. Si lotta su ogni pallone, dal più innocuo a quello che può fare male, non si concede spazio. É questa la Ternana che ci piace, quella consapevole di potersela giocare con tutti, quella che parte con il piglio giusto e che non ha paura. Continuando così sarà certamente più divertente.
Butto la gestione della partita. Un episodio su tutti? Keita entra dritto sulla caviglia di Falletti, in ritardo, e lo stende, col risultato che il gioco continua, il giocatore dell’Entella non viene nemmeno ammonito, ma anzi il giallo lo prende Zanon, capitano, per protesta. Francamente un abbaglio da parte di Martinelli, non il solo nei 96 minuti disputati, ma che sarebbe potuto costar caro a Cesar.
Butto l’inizio della ripresa. Non si può dire che la Ternana abbia giocato male nemmeno nei primi 15′ della ripresa, ma certamente ha fatto maggiore fatica. L’Entella non è calata di un centimetro, mentre i rossoverdi hanno allungato troppo la squadra, c’erano troppi spazi fra i reparti, e qualcosa è stato rischiato. La fortuna, però, nel calcio ha il suo peso.
Butto il Liberati vuoto. Acque agitate in settimana, vecchie e nuove questione e, con buona probabilità, le previsioni meteo non rosee, tante persone hanno preferito disertare il Liberati. Sinceramente dispiace, per loro comunque, perché non hanno avuto la possibiltà di godersi una prestazione come quella di ieri.

Marina Ferretti

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