Un occhio al calendario, un occhio alla classifica. Poi la parola al campo

Ora a guardare la classifica c’è da avere meno paura di prima, di sicuro. A guardare il calendario ti viene voglia di arrabbiarti perché dici: non è possibile… Dopo tutta questa fatica è una scalata continua, una fatica infinita. In casa un Frosinone avvelenato per aver perso in casa e non essere riuscito a riprendere la testa della classifica. Poi sempre in casa il Carpi (che deve conquistarsi il suo posto ai playoff) e poi la Spal (che almeno speriamo possa aver già festeggiato la sua A, ma al momento non possiamo certo saperlo). Per non parlare delle trasferte: i due scontri diretti che di fatto decideranno il campionato della Ternana a Brescia e Vicenza e una sfida ad altissimo coefficiente di nervosismo con l’Ascoli, all’ultima.

L’unica cosa allora è non guardarlo questo calendario. Per nulla. Affrontare le partite una per una. Come se fossero partite uniche, a sé stanti. Senza stare a pensare chi c’è e chi non c’è, il momento positivo o il momento negativo. La Ternana ha dimostrato di essere viva, di potersela giocare con tutti. E tutti hanno dimostrato di non essere invincibili. E allora parola al campo, parola a Liverani che ha dimostrato di poter parlare apertamente. Non ha paura, lui. Ha restituito alla squadra serenità e – sinceramente – lui non ha mai parlato di avversario facile o difficile. Ha sempre detto che sarebbe stato un miracolo salvare la Ternana, ma che l’unica strada che conosceva era il lavoro.

Lavorando ha zittito gli scettici e ha reso possibile quello che davvero sarebbe un miracolo. Ora la strada è ancora tortuosa. Chissà forse è anche un bene. Non abbassare la tensione.

E poi il fatto che ci siano gli scontri diretti significa soltanto una cosa: la salvezza passa fra i piedi dei ragazzi in rossoverde. Dalle loro giocate. Dai loro gol. E’ un’impresa, allora, non un miracolo. Questa squadra si è svegliata. Speriamo non troppo tardi.