Valjent al CdS: “Ternana ambiziosa, ho trovato un grande gruppo! Amo Terni, io e Biagio…”
Riportiamo integralmente di seguito l'intervista realizzata dal Corriere dello Sport a Martin Valjent e pubblicata nell'edizione di oggi:
Ventuno anni e tanta responsabilità sulle spalle. L’immediato futuro non spaventa Martin Valjent, che con la maglia rossoverde ha già superato le 100 presenze. Centrocampista centrale, ma prezioso anche in difesa, ha fatto della duttilità la sua arma principale: un jolly finito nel mirino delle big. Ma l’Unicusano Ternana ha capito a inizio mercato che la sua era una conferma obbligatoria, visto il valore del ragazzo e il suo attaccamento alla maglia e alla città. Così, appena ventunenne, Valjent si trova già a essere un riferimento di questa nuova avventura, che per lui è cominciata pochi giorni fa, avendo raggiunto il ritiro di Norcia dopo il resto della squadra.
Martin, è sicuramente molto presto per parlarne, ma quali sono le tue sensazioni?
«Sono arrivato da tre giorni, ho trovato un gruppo che sta già lavorando a mille. Personalmente sto riprendendo la forma sica e mi devo ancora ambientare appieno, visto che conosco solo due o tre ragazzi. Si vede però che l’ambiente è positivo, che c’è voglia di fare bene».
Sei a Terni da giovanissimo ed è la quinta stagione con questa maglia: sarai tu a trascinare il gruppo?
«Sì, con quest’anno, che è il mio quinto, divento la bandiera insieme a Biagio Meccariello: anche se siamo giovani sappiamo quanto possiamo contare. Per una buona stagione, comunque, c’è sempre bisogno di tutti: di un gruppo che lotti insieme».
Che rapporto hai con la città e con la tifoseria?
«Con la città buonissimo: sto qui da quando avevo 16 anni, la mia gioventù la sto passando a Terni e sto crescendo molto. Questa città e la sua gente mi hanno aiutano tanto. Anche con i tifosi, naturalmente, il rapporto è sempre stato buono, pure nei momenti più di cili. Sicuramente ci saranno vicini in questa nuova avventura».
In questi pochi giorni come ti è sembrato lavorare con Pochesci?
«È un allenatore che ci fa lavorare molto fisicamente e che vuole giocare sempre la palla con passaggi molto corti. Un calcio moderno il suo, e se posso dire anche poco italiano, forse più spagnolo. Ha un approccio molto offensivo: stiamo cercando di capire i suoi consigli e il suo metodo di calcio e dobbiamo farlo bene per essere pronti per la Coppa Italia e per il campionato. Sta provando anche il 3-5-2 e il 4-3-3: presto capirò anche quale posizione preferirà affidarmi».
Che stagione ti aspetti?
«Non posso dire ancora come sarà, ma di certo la società punta in alto e noi dobbiamo mettercela tutta per centrare gli obiettivi che sono stati prefissi».
Come in occasione dell’evento di Norcia, l’Unicusano affianca al calcio una missione sociale, legata alla ricerca scientifica e alla solidarietà. Che effetto ti fa giocare in una squadra che ha una società “universitaria” così impegnata?
«Credo che non ci siano tante società come questa, che cercano di fare altro oltre al calcio. L’evento di Norcia ne è l’esempio: per noi calciatori è stato un piacere poter dare un segno a questa città e fare qualche scambio con i bambini, rendendoli felici. Questo è l’impegno dell’Unicusano».