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Verde&Verde – Il semaforo di Ternana-Cittadella

Nessun sensazionalismo, nessuno squillo di tromba trionfalistico, ma nella situazione di classifica della Ternana, con l'obiettivo playout difficilissimo ma ancora non impossibile da raggiungere, una vittoria come quella di ieri contro il Cittadella che ha quasi il doppio dei punti dei rossoverdi non può che essere accolta con soddisfazione. 

Se da un lato, di fatto, aumenta i rimpianti per una stagione beffarda e storta, dall'altro non può che dare almeno un pizzico di speranza (per i meno fiduciosi, un pizzico di illusione) per le ultime battute di questo campionato, tenendo viva quella piccola fiammella che non fa gettare la spugna ai più tignosi. Pensare, poi, che la partita era iniziata con la Ternana sotto contro un Cittadella che, solitamente, potremmo definire una squadra da trasferta, rende ancora più soddisfacente la prova delle Fere, che complice anche la doppia superiorità numerica non hanno mai mollato e, soprattutto, hanno concesso davvero poco alla squadra di Venturato. Al di la del numero di gol realizzati, quello che ha colpito è stata la costruzione del gioco, la manovra che la Ternana è stata capace di imbastire, che ha dato l'impressione di una squadra che ancora ci vuole credere e che potrebbe davvero provarci fino alla fine. Talmente tanta la voglia di vincere, di giocare bene e di dimostrare qualcosa da parte di tutti i giocatori chiamati in causa, che in qualche frangente s'è intravisto qualche indicatore di nervosismo in campo: Piovaccari che non vuole entrare perchè la Ternana era già avanti 5-1 e mancava davvero pochissimo alla fine, il mancato abbraccio fra Montalto e Tremolada dopo il gol, gli errori sotto porta di un Carretta che avrebbe voluto spaccare il mondo. Nervosismo, si, ma non di quello sterile, negativo e fine a se stesso, ma più di quella tensione positiva di chi vuole metterci il suo nel tentativo disperato di salvare la Ternana, e ben venga se produce questi risultati. Se sarà troppo tardi o meno, se sarà soprattutto solo il cosiddetto fuoco di paglia, lo capiremo già dalla prossima trasferta di Novara. 

Marina Ferretti

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