Il Catania smentisce, ci mancherebbe pure.
Non entriamo nel merito di quanto viene contestato al Corriere dello Sport (che ipotizza un atteggiamento ostile nei confronti del Catania per via della denuncia per abuso d’ufficio a Fabbricini) e di sicuramente non abbiamo intenzione di commentare i “poteri forti” che vogliono far fuori il Catania.
Ci siamo concentrati su quanto emerso riguardo l’illecito sportivo.
Dalle informazioni in nostro possesso e dalle ricerche e approfondimenti fatti dalla nostra redazione però le argomentazioni portate dal Catania non sono soddisfacenti per fugare ogni dubbio riguardo alla vicenda. Cerchiamo di essere il più chiari possibile. Senza mai volersi ergere a giudici di questa vicenda, e senza voler ledere l’immagine e la rispettabilità di nessuno, ma soltanto cercando di riportare nel miglior modo possibile i fatti a nostra conoscenza.
Per dovere di informazione, tuttavia, non ci si può esimere dal rilevare che la sanzione comminata al Calcio Catania nella stagione sportiva 2016/2017 non attiene ad un illecito sportivo,
(Questo non è del tutto vero. Nella condanna il Catania come club, il suo presidente di allora Pulvirenti, il suo ds Delli Carri vengono sanzionati con multe e squalifiche per il tentato illecito sportivo di Bologna-Catania e per la slealtà sportiva per quanto riguarda Brescia-Catania. Poi è vero che l’ex presidente Pulvirenti ha visto derubricata la sua posizione a slealta sportiva con un ricorso. Ma né la società, né l’ex direttore sportivo Delli Carri lo hanno fatto: per loro la condanna è di illecito sportivo)
così come tra l’altro confermato dalle sezioni unite della Corte Federale di Appello, e, comunque, si riferisce a fatti occorsi nell’anno 2015.
(Il fatto che il reato sia stato commesso nel 2015 non importa: i criteri di ripescaggio parlano di quando si sconta la sanzione)
Non possono sfuggire al riguardo i principi sanciti dai Giudici del TFN e poi confermati dalla CFA, nelle sentenze emesse nel giudizio promosso dal Novara Calcio, secondo i quali occorre avere riguardo al momento della commissione del presunto illecito e non già al momento della comminazione della sanzione ed inoltre non risulta possibile la configurazione di sanzioni retroattive.
(anche questo passaggio secondo noi non è corretto. Il Novara, non essendo d’accordo con la norma, ha fatto ricorso e ha vinto i primi due gradi di giudizio, TFN e CFA appunto, in attesa del terzo. Il Catania riguardo alla sua posizione non ha fatto alcun reclamo. I principi sanciti dai Giudici per il caso Novara valgono solo per l’illecito amministrativo, non per quello sportivo. Sono due commi diversi della stessa norma (D3 e D4) e solo quello dell’illecito amministrativo – eventualmente – sarà modificato. Nessuno ha chiesto la modifica, o lo stesso tipo di interpretazione, anche per l’illecito sportivo)
In ogni caso si deve rilevare, a questo riguardo, che nessuna delle parti del giudizio ha prospettato tale questione a giudici del Collegio di Garanzia, sicché la questione è del tutto estranea al thema decidendum.
(questo è assolutamente vero: se il Catania sia ripescabile o meno, rispetto a questo caso, non spetta al Collegio di Garanzia deciderlo, ma alla Federazione al momento di stilare la lista. Ed è lo stesso motivo per cui nessuna della parti in giudizio ha prospettato tale questione al Collegio di Garanzia)
Queste sono le nostre informazioni, rispetto alle tematiche tecniche sollevate dal Catania. Ribadiamo che però non siamo noi a decidere e che soprattutto potremmo non avere tutti gli elementi a disposizione per esprimere un giudizio completo. Quello che sappiamo ve lo riportiamo sperando di fare il miglior servizio possibile ai tanti tifosi che sono con il fiato sospeso.
Quali possano essere le interpretazioni date a questi fatti da chi stilerà la lista delle ripescabili non lo sappiamo. Di sicuro rimane il fatto che queste vicende dovranno comunque essere analizzate e saranno ogetto almeno di confronto. Anche solo per dire che non contano ai fini della classifica delle ripescabili…
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