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Visti dalla curva – A Livorno coraggio e cuore. Manca sempre la stessa cosa…

Livorno-Ternana è stata una bella partita. È facile che ciò avvenga quando la squadra in trasferta arriva per giocarsela. Le due formazioni hanno combattuto a viso aperto, senza ergere barricate, dunque è venuta fuori una sfida dove si sono viste occasioni da gol su entrambi i fronti e grinta.

Che dire della sconfitta? Perché poi alla fine, Livorno, questo è stata. Innanzitutto siamo freschi di mercato di riparazione, perché è stata la prima gara da quando sono terminate le compravendite. La Ternana aveva veramente bisogno di una cosa. Soltanto una cosa. Una prima punta dal comprovato fiuto del gol. Non necessariamente di categoria, visto che il rigore economico, per i Longarini, viene prima di tutto. Ma con quelle caratteristiche. Come era prevedibile, però, l'unica operazione di mercato che potesse cambiare marcia ai rossoverdi non è stata fatta. Una costante, questa, da quando i marchigiani sono al timone, anche se abbiamo assistito pure a cessioni illustri. È davvero incredibile che a Breda non sia stato acquistato un bomber di razza (non necessariamente costoso!), quando è evidente che ne abbiamo bisogno come il pane. È davvero incredibile che a non accorgersene sia stata soltanto Via Aleardi. È altrettanto incredibile che da anni stiamo aspettando "bomber Avenatti" e che lo aspettiamo ancora. Avenatti non è quello che vorremmo che fosse, è un ragazzo che oltre a non avere certe caratteristiche, patisce anche prestazioni in cui non riesce a imporsi sui difensori. Ceravolo è un giocatore di qualità, ma siamo sempre lì: non è una prima punta. Inutile citare tutti quelli che giocano ancor più lontani dalla porta. Che cosa rimane? Gondo e Dugandzic, che sono acerbi e hanno tutto da dimostrare. È davvero incredibile che a Breda non sia stato acquistato un bomber di razza, quindi Livorno-Ternana sarà stata pure una bella partita, le fere c'hanno messo anche il cuore. Ma se non hai un finalizzatore puoi giocare quanto vuoi. Devi sempre sperare nel guizzo delle seconde punte, in un inserimento o nel lampo di un difensore. Altrimenti non segni. E se non segni non vinci. Capita pure che perdi.

Della partita dell'Ardenza possiamo e dobbiamo salvare il cuore, i buoni spunti, il coraggio di osare. Anche se restiamo leggeri a centrocampo e spuntati davanti. Questa squadra va incoraggiata perché molto spesso dimostra di meritarlo. Sono più le volte che cade a testa alta rispetto a quelle in cui stacca la spina. Ripartiamo da questo.

Riccardo Fidenzi

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