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Visti dalla curva – Folle rovinarsi con le proprie mani. C’è terrore playout

"Così non si va da nessuna parte". Lo ha detto il capitano, Lito Fazio. Sono state le sue ultime sette parole, quelle con cui ha concluso l'intervista a Radio Galileo subito dopo la disfatta di Trapani. Evitando facili ironie (a dire il vero si va dritti in zona retrocessione), la sentenza dell'esterno rossoverde fotografa al meglio la china intrapresa a fine febbraio dalla Ternana. Un'analisi lucida e consapevole, quella del giocatore, perché se l'obiettivo è la salvezza, la strada imboccata è sbagliata. Non porta a destinazione.

E' passato un mese esatto dalla trasferta di Bologna, indubbiamente una delle migliori partite giocate dalle fere in questa stagione. Sembra passata una vita perché da quel giorno le cose sono precipitate. I punti arrivano col contagocce (quando arrivano) e non a caso in mezzo al campo la musica è cambiata: sono "lontani" i tempi in cui – o di rimessa o da protagonista – la Ternana offriva bel gioco e sfornava palle gol. L'attualità è troppo brutta per essere vera: tre sconfitte consecutive nelle ultime tre gare, nove gol incassati e sei punti regalati alle mediocri inseguitrici. Troppo brutta la prestazione in Sicilia, troppo brutti gli errori difensivi. Rovinarsi con le proprie mani è ancora più brutto, perché la nuova squadra di Cosmi non ti ha mai messo sotto. Perché è mediocre, appunto. E perché non ti puoi segnare da solo, per dirla alla Tesser. 

"A Livorno si può perdere. Non è da trasferte come quella di Livorno che deve passare la salvezza della Ternana. Non necessariamente", scrivevamo sette giorni fa. A Trapani invece non si può perdere. Così, poi… mai. Però, ormai, è andata e a questo punto – tra le mille considerazioni possibili – si può dire che quando non si può vincere, forse, si dovrebbe cominciare a non perdere. Un punto avrebbe fatto comodo, no? Di sicuro avrebbe fatto comodo qualche punto anche in casa, piuttosto che regalarne sempre tre agli altri. Non che la Ternana avrebbe dovuto o debba giocare sempre per il punto (anche perché col Trapani si poteva vincere), ma adesso diventa fondamentale muovere la classifica. E visto che il formato trasferta non ha più funzionato, l'unica strada possibile (per andare da qualche parte, come dice Fazio) è cominicare a fare punti in casa. Altrimenti si mette davvero male. E chi ti arriva al Liberati sabato prossimo? Il Carpi, la capolista. E' per questo che rovinarsi con le proprie mani è brutto, inaccettabile, perché offrire una prova insufficiente contro le squadre mediocri – per di più fragili e reduci da strisce negative – ti costringe a cercare il miracolo contro quelle importanti. Carpi, tra l'altro, che arriverà a Terni in cerca di riscatto dopo il k.o. casalingo di questa giornata.

Che cosa salvare di Trapani? Sconcertante l'approccio, brutto il gioco, inaccettabili e macroscopici gli errori dei signoli. Che cosa salvare allora? Niente. Ceravolo e basta, al massimo Gavazzi e Bojinov. Neanche il carattere, inteso come rabbia agonistica, è salvabile: la Ternana è sembrata poco brillante pure sotto questo aspetto. Il bulgaro, tra i meno peggio, è parso anche arrabbiato quando è stato sostituito. Adesso però la classifica mette paura. Adesso sì, l'aria comincia a mancare. La speranza è sempre la stessa: riavere presto tutti i giocatori chiave, a disposizione e in forma. E cambiare. Cambiare rotta, atteggiamento. Tornare a fare la cosa che ci riusciva meglio: ringhiare concentrati. Prima che sia troppo tardi.

Riccardo Fidenzi

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