Non si possono regalare 12 punti a Perugia e Ascoli. Non si può rincorrere fino alle ultimissime giornate una salvezza che era a portata di mano. Commentare partite come quella di ieri è diventato un esercizio di masochismo coraggiosissimo.
La Ternana ha commesso errori inaccettabili, ha giocato con sufficienza, non ha pressato e tantomeno ringhiato. L'Ascoli, quella squadra modesta che il giorno della Madonna ci aveva sconfitto con l'ignoranza, è riuscita di nuovo a vincere. E l'allenatore ha le sue responsabilità. La Ternana dei Longarini perde sistematicamente tutte, tutte, tutte quelle partite a cui tengono i tifosi, quelle in cui servirebbe mettere in campo la concentrazione, la fame e la cattiveria. Come spesso accade in questi casi, abbiamo visto la festa degli altri. È vero che in molti hanno lasciato lo stadio al terzo gol, ma i boati della curva ovest sono stati l'ennesimo incubo. Ogni volta che ci si chiede come mai il Liberati sia quasi deserto, arriva la risposta dal campo. Sarebbe sufficiente osservare come si preparano e giocano i campionati, ma i più dubbiosi possono fare riferimento anche allo score longariniano sulle partite che contano. Non solo i derby o i mezzi derby.
Non si possono regalare 12 punti a Perugia e Ascoli. Non si può rincorrere fino alle ultimissime giornate una salvezza che era a portata di mano.
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