Ve lo avevamo scritto giovedì scorso, due giorni prima della partita. Spezia-Ternana sarebbe stata la prova del nove per capire se il pareggio di Cittadella e la vittoria col Bari avessero rappresentato l'uscita da quel tunnel fatto di sconfitte. Vi avevamo scritto anche: "Se la Ternana è davvero guarita, potrebbe venir fuori una partita divertente, combattuta e giocata a viso aperto da entrambe le squadre. Poi chissà…". Quel "chissà" si è trasformato in quello che tutti avremmo voluto ma che non avevamo il coraggio di dire: un trionfo.
La vittoria di La Spezia suona come un trionfo, c'è poco da discutere. Un trionfo a tutti gli effetti, un'impresa perfetta in un momento perfetto. Tre punti pesantissimi, maturati al termine di una prestazione di quelle "da trasferta". Prestazioni a cui la Ternana ci aveva abituato: lascia costruire il gioco alle squadre di casa, combatte col cuore e poi colpisce, proponendosi in avanti più e più volte. Il trionfo di La Spezia è un calcio definitivo a quel tunnel fatto di sconfitte, paure e blocchi mentali. La vittoria contro il Bari è stata la medicina che tutti speravamo. Adesso questa giovane squadra non ha più paura, sta anche recuperando diverse pedine, quindi torna a fare ciò che gli riesce meglio. Un campionato più che dignitoso, quello condotto dai rossoverdi, fatto di alti e bassi, di fragilità mentale e fisica, ma anche di impegno e sacrifici.
Nel cuore del momento peggiore della Ternana vi avevamo scritto anche che fare catastrofismi sarebbe stato "sbagliato e deleterio. Sbagliato perché la Ternana può sperare di recuperare alcuni uomini chiave, deleterio perché incentivare la depressione in una squadra così giovane e fragile è l'ultimissima cosa da fare". Qualcuno invece aveva già seppellito questi ragazzi e il loro allenatore, gettandosi nel pessimismo cosmico di una retrocessione annunciata. La risposta è stata eccezionale: la Ternana è più viva che mai e si sta giocando la salvezza con tutte le armi che ha a dispozione. E il suo allenatore ci sta dando lezioni non solo professionali ma anche comportamentali. Ha sempre predicato equilibrio, nei momenti migliori come in quelli peggiori: sentirsi promossi o retrocessi dopo un mese andato bene o male è un errore. I conti si fanno alla fine.
Un'impresa perfetta in un momento perfetto: adesso c'è il derby. "ll morale con cui si arriva al derby si costruisce nelle partite immediatamente precedenti. Questo vuol dire che la Ternana – per non arrivare impaurita e disperata all’attesissimo 18 aprile – dovrà ricominciare subito a camminare". Vi scrivevamo anche questo, nel cuore del momento peggiore. Per fortuna è andata come doveva andare: la squadra si è scrollata di dosso le paure, ha conquistato sette punti nelle ultime tre partite e arriva alla partita dell'anno col morale giusto. Ecco perché l'impresa di La Spezia è perfetta ed è giunta in un momento perfetto.
Riportarvi qualche riga di ciò che scrivevamo nel recente passato, non è vantarsi. Nessuno fa di mestiere il mago, l'allenatore o il genio del calcio. Riportarvi quelle righe è, invece, la dimostrazione che l'equilibrio paga sempre. E' un inno alle mezze misure e la sconfitta degli eccessi. E' la gioia di aver dato fiducia e credito a una squadra che ci aveva dimostrato di non essere un gruppo di brocchi. Ce lo ha insegnato anche Tesser, che l'equilibrio paga sempre e che scavarsi la fossa non sarebbe servito. Ora possiamo esultare e abbracciarci tutti insieme: sia chi si sentiva retrocesso sia chi ci credeva. La Ternana è più viva che mai e si sta giocando la salvezza con tutte le armi che ha a disposizione: esultiamo.
Adesso inizia la settimana che ogni tifoso vorrebbe vivere almeno una volta. Una settimana magica, di attesa e tensione, di passione e orgoglio. Tesser dovrà essere bravo a fare quello che si è proposto di fare, ovvero non permettere alla squadra di sprecare energie mentali da qui a sabato prossimo. L'energia dovrà essere scaricata sul campo il giorno del derby, non prima, mettendosi un po' al riparo dalla febbre che impazza in città.
Quanto a noi, tifosi rossoverdi, adesso ci resta soltanto una cosa da fare. Riempire il Liberati.
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