Dopo quattro minuti di recupero, l’arbitro Saia fischia la fine dell’incontro. E sul campo e sugli spalti del Liberati è festa: il tecnico Sandro Pochesci, i giocatori, il popolo rossoverde, tutti uniti per la prima vittoria del nuovo corso della società umbra. L’Unicusano Ternana coglie il primo successo stagionale, sale a quota cinque in classifica e si candida a sorpresa della serie cadetta: è il ruolino di marcia a parlare, due pareggi contro big come Empoli e Salernitana e, ieri, il successo interno con il Cesena. C’è un po’ di tutto nella vittoria contro i romagnoli. C’è la tanto invocata mentalità offensiva di Pochesci, ma c’è anche una squadra in grado di coprirsi e gestire il vantaggio molto meglio di quanto sia riuscita a fare nelle due uscite precedenti. Brillante e operaia, spregiudicata e guardinga: l’Unicusano Ternana ha confermato le premesse dei due pareggi di inizio campionato, aggiungendo anche una concretezza che potrà rivelarsi preziosa per il cammino stagionale. L’essenziale ora è rimanere con i piedi per terra e continuare sulla strada intrapresa: su questo il tecnico Pochesci (ieri visibilmente emozionato dopo il successo) è stato chiaro fin dall’inizio. Ben venga la vittoria, ma nulla cambia: la filosofia della squadra e il suo atteggiamento in campo devono rimanere gli stessi dalla prima all’ultima gara. Tenaci, combattenti e corrette: così devono essere le Fere, come nel dna della proprietà.
IL MATCH. Anche grazie a uno tifo davvero superlativo, i rossoverdi (che hanno abituato il loro popolo alle partenze a razzo) iniziano a mille. Dopo un egregio slalom di Tiscione e una punizione a vuoto di Paolucci arriva il gol. Combinazione capolavoro al 7’ tra Albadoro e Tiscione, palla a Defendi che serve Angiulli (alla prima da titolare) a centro area e il gioco è fatto. Il gol merita di essere analizzato: «ho visto trame di gioco perfette» commenta a fine gara Pochesci rivedendo l’azione, fatta di tocchi di prima e movimenti sincronizzati. La reazione del Cesena non si fa attendere: all’11’ Gliozzi colpisce di testa in area, ma la palla finisce di qualche centimetro a lato alla destra di Plizzari. Il numero uno rossoverde (sempre sicuro) deve intervenire qualche secondo più tardi per mettere in corner un tiro di Moncini. Il Cesena si scopre e offre ai padroni di casa la possibilità di ripartire: tra i più attivi, come sempre, c’è Tiscione che al 19’ prova a finalizzare un bel contropiede con una conclusione di destro, deviata in angolo da Fulignati. Il brivido maggiore per gli accademici arriva a cinque minuti dalla fine del primo tempo, su una delle poche amnesie della retroguardia: Gliozzi spara a botta sicura da centro area, la palla colpisce la traversa e rimbalza fuori dalla porta. La ripresa comincia con lo stesso tema ma l’impressione è che il Cesena, che pure dà spazio al bomber Cacia, non possa nuocere più di tanto a un’Unicusano Ternana davvero molto attenta. Alle cronache, infatti, finiscono più azioni dei padroni di casa che dei romagnoli, pur chiamati a recuperare lo svantaggio. Dalle parti di Fulignati ci provano Defendi (ottima la sua gara) con un colpo al volo e il solito Tiscione: il portiere cesenate fa buona guardia. Per Plizzari, invece, i pericoli sono tutti in una girata spettacolare di Panico, che finisce a lato. Pochesci sistema tatticamente i suoi con i cambi: dà spazio a Tremolada, affiancandolo a Tiscione alle spalle di Finotto. Poi toglie proprio l’ex Spal, sostituendolo col più fresco Carretta, per dare maggiore profondità. Infine inserisce Varone ad arginare il gioco cesenate. I rischi, comunque, l’Unicusano Ternana li contiene molto bene e alla fine i tre punti (storici) sono più che meritati.
EMOZIONE. Ma ripartiamo dall’inizio, ovvero da quell’esultanza in mezzo al campo, da Pochesci che si inginocchia al novantesimo e dall’abbraccio di gruppo, che è la miglior testimonianza dell’affiatamento dei rossoverdi. Davanti alle telecamere, Pochesci compare con la casacca della squadra addosso: "È un omaggio ai tifosi – spiega – che sono stati fantastici. E poi per la prima volta c’erano mio padre e mia madre sulle tribune: dedico questo successo a tutti i genitori". Per la prova dei suoi, solo elogi: "Abbiamo avuto l’atteggiamento giusto, gestendo al meglio le nostre risorse fisiche e mentali. Ho sofferto in panchina come i miei ragazzi in campo: oggi ero uno di loro".
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