È rimasto il segno, la X, ma a Pescara si è rivista l’Unicusano Ternana spavalda e spettacolare della prima parte di stagione. Il 3-3 finale – pieno di rimpianti – è specchio della filosofia di Pochesci, con una squadra volitiva e mai doma. Una gara come quella di venerdì contro una compagine come il Parma è l’ennesima occasione di testare le capacità delle Fere in un momento sicuramente delicato della stagione.
ROSSOVERDI. Si elogia l’attacco rossoverde dall’inizio della stagione; ma vale la pena soffermarsi su un’altra caratteristica che Pochesci chiede ai suoi: la tenacia. Sono ancora una volta i numeri a darci uno strumento essenziale per interpretare ciò che accade in campo. L’Unicusano Ternana è nettamente superiore al Parma nella media dei contrasti vinti (quasi il doppio secondo le statistiche della Lega B): un rilievo che conferma la volontà dei rossoverdi di non mollare mai, fino alla fine del match. Grinta e determinazione, dunque, perché per i gol ci sono pochi dubbi: il tecnico umbro punta con sempre più decisione sulla vena offensiva di Adriano Montalto, salito a quota sette reti. Tredici sono i suoi tiri in porta, di gran lunga il più pericoloso dell’Unicusano Ternana, seguito da Mirko Carretta che non è ancora in doppia cifra. Ora Pochesci, che venerdì ritroverà il suo posto in panchina dopo la squalifica, vuole interrompere la lunga serie di pareggi per imprimere una svolta decisiva alla stagione: farlo in un match di cartello come quello contro il Parma darebbe di certo una marcia in più per il finale del girone di andata delle Fere.
DUCALI. Se il Parma vola e sogna di ritornare nel posto che gli compete nel calcio nazionale, il merito è in gran parte del tecnico ducale. Che D’Aversa fosse una garanzia tra i cadetti non c’erano dubbi: da giocatore, infatti, ha giocato più di 250 partite in B, vestendo le maglie di Monza (dal 1996 al 1999), Cosenza (1999-2000), Pescara (2000-2001), Messina (2007-2008), Treviso (2008-2009), Mantova (2009), Gallipoli (2009- 2010), Triestina (2010), Virtus Lanciano (2012-13) e ovviamente Ternana, dove ha giocato nelle stagioni 2001-02 e 2002-03. In rossoverde, in due campionati tra i cadetti, ha totalizzato 60 presenze segnando cinque reti, ruolino completato da sei presenze e quattro gol indue edizioni di Coppa Italia. Proprio il suo buon rendimento con le Fere lo portò a Siena, dove a 28 anni debuttò in serie A. Ora si ripresenta da avversario al Liberati, dove era già tornato due volte quando guidava il Lanciano. Il 13 dicembre 2014 si impose di misura con gli abruzzesi, poi il 23 dicembre 2015 arrivò un pareggio per 1-1 (gol di Falletti per i ternani); il bilancio tra D’Aversa e i rossoverdi si completa con un altro pareggio, stavolta a Lanciano, il 2 maggio 2015. Numeri alla mano, il Parma è squadra solida: segna a sufficienza (26 gol, come le Fere) e incassa pochissimo, 16 reti al passivo, seconda migliore difesa della B dietro al Venezia. I ducali hanno la miglior differenza reti della categoria (+10), frutto soprattutto di una grande capacità difensiva. Il continuo cambiamento dei riferimenti offensivi nel 4-3-3 di D’Aversa si nota anche tra i migliori marcatori: non c’è un bomber da doppia cifra, ma Roberto Insigne e Calaiò hanno già timbrato cinque volte a testa. Il compito di servire i palloni migliori, D’Aversa lo ha assegnato a Scozzarella che cinque volte ha mandato in gol i compagni. Qualità, diligenza tattica e imprevedibilità: per le Fere non sarà facile scardinare il muro gialloblù.
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