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CdU – La cronaca di Ternana-Brescia

Un punticino che serve a poco. Se la gara contro il Brescia doveva servire a rilanciare il gioco e il morale della Ternana, la missione è fallita. Di gioco infatti se ne è visto poco e la squadra ha ancora una volta manifestato una fragilità difensiva evidente, in particolare in occasione del gol del pareggio di Bisoli. I rossoverdi così sprecano una buona occasione per portare a casa i tre punti: la chance c’era, anche perché Pochesci era riuscito a portarsi in vantaggio con una prodezza di Montalto su calcio di punizione. Poi però la solita dormita della retroguardia ha permesso a Furlane compagni di pareggiare. Il match poi è andato avanti a fatica, tra due squadre che hanno pensato più a difendersi che ad attaccare. Ne ha risentito lo spettacolo, che in particolare nel secondo tempo è stato praticamente assente. Un punto dunque che muove la classifica e che porta i rossoverdi a quota 6.  

In campo Riecco dunque la difesa a quattro per le Fere: in porta c’è Bleve visto che Plizzari è in nazionale, Valjent e Ferretti sono i terzini, poi il doppio centravanti Montalto-Albadoro con Tiscione sulla trequarti. Risponde il Brescia con il 3-5-2, con Rivas davanti al posto di Caracciolo. Si riparte dunque dal ventesimo minuto, con l’azione che riprende da un calcio di punizione in favore dei lombardi, proprio come terminato il 19 settembre scorso. In avvio meglio il Brescia: palla sull’esterno per Furlan, tiro potente e palla che schizza sul palo dopo una deviazione di Bleve. Primo brivido dunque per i rossoverdi, che però si riscattano subito: calcio di punizione del limite, Montalto fa partire un destro potentissimo che si insacca all’incrocio dei pali senza lasciare spazio a Minelli. Terzo gol stagionale per l’attaccante di Pochesci, che si conferma come miglior marcatore. Dura poco però la gioia delle Fere, perché la difesa si rende ancora protagonista di una dormita clamorosa. Furlan riesce a scappare sul fondo, cross sul secondo palo dove Ferretti si dimentica Bisoli, che ha tutto il tempo per colpire di testa, centrare il palo, aspettare che la palla gli torni sui piedi ed insaccare la porta di Bleve. Ancora una dormita dunque che vanifica la prodezza di Montalto.

La ripresa – Nel secondo tempo Pochesci tenta di correre ai ripari in difesa, bocciando di fatto Ferretti che lascia il campo a Favalli. Il Brescia si ripresenta con lo stesso undici. Paolucci e compagni cominciano a macinare più gioco, sfruttando in particolare la velocità negli inserimenti proprio di Favalli, che in un paio di incursioni offensive mette in difficoltà la retroguardia avversaria. Con il passare dei minuti cresce il volume di gioco dei rossoverdi, mentre il Brescia pensa più a chiudere gli spazi in difesa che a rendersi pericolosa con azioni offensive. Le Fere allora provano a cambiare qualcosa: Pochesci decide di togliere Tiscione, protagonista fino a quel momento comunque di una buona prestazione, per inserire Tremolada. Il modulo resta sempre lo stesso, con l’ex Entella alle spalle dei due attaccanti. Le due squadre giocano soprattutto a centrocampo, concedendo poco all’avversario. E allora le azioni più pericolose arrivano dai calci piazzati. Il Brescia sfiora il vantaggio con un colpo di testa di Dall’Oglio, palla che sfila sul secondo palo e si perde sul fondo. La grande chance da gol arriva ancora sui piedi di Montalto, stavolta però l’attaccante non è lucido come in occasione del vantaggio: Somma perde palla ingenuamente e fa partire il contropiede delle Fere, la palla finisce sul secondo palo sui piedi del bomber di Pochesci che però perde troppo tempo e si fa rimontare dai difensori. Altro cambio per i rossoverdi: fuori Albadoro, autore di una prestazione non eccezionale, con al suo posto Carretta. L’intento del tecnico è quello di velocizzare il reparto offensivo, proprio con Carretta al fianco di Montalto, cercando così di alzare il baricentro della squadra nella parte finale del match. Uno schema che però non porta frutti, anche perché il Brescia controlla il match fino al triplice fischio finale.

Stefano Bentivogli

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