E' un rischio grosso quello che corrono Avellino e Catanzaro, un nuovo 5 maggio lo chiama la Gazzetta dello Sport in edicola oggi, un'altra storia poco pulita del calcio italiano.
La storia risale alla stagione di Lega Pro, Girone B, 2012/13 quando, alla penultima giornata del campionato, l'Avellino vince 1-0 sul campo del Catanzaro conquistando la promozione in Serie B con una giornata di anticipo, mentre i calabresi nonostante la sconfitta sono comunque salvi. Sembrerebbe tutto nella norma, ma la procura di Palmi da mesi indaga su Cosentino, l'allora presidente del Catanzaro: in alcune intercettazioni successive alla vittoria degli irpini, si sente Cosentino che lascia intendere che la vittoria non era il risultato giusto, dal momento che le due società si erano accordate per il pareggio. Secondo l'accusa però l'Avellino non avrebbe poi rispettato l'accordo a causa del perugia, diretta concorrente alla promozione, che aveva vinto la sua partita, e di conseguenza un punto non era più sufficiente agli irpini per salire in B.
Ora la faccenda si fa seria, ieri sono arrivati i deferimenti a carico di Cosentino, Ortoli, De Vito, Walter Taccone e Andrea Russotto, che dovranno tutti rispondere di illecito sportivo; per omessa denuncia sono state deferite la moglie di Cosentino, la signora Muscatella, la figlia Ambra e Marco Pecora. Avellino e Catanzaro, inoltre, sono sotto accusa per responsabilità diretta e oggettiva, un'accusa che se provata potrebbe portare alla retrocessione d'ufficio.
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