GdS – Fallimento e inchiesta Antimafia. Ora il Latina rischia l’esclusione
La Procura boccia il piano-Mancini, domani il Tribunale decide sull’esercizio provvisorio. Il procuratore Figc: “Maietta, Iuliano e due giocatori erano in contatto con la criminalità”.
La Gazzetta dello Sport di oggi da ampio spazio al caso Latina. La sfida col Carpi di sabato al Francioni rischia la cancellazione per fallimento. Ma non solo, non basta. Il Procuratore Figc, Giuseppe Pecoraro, ha svelato all’Antimafia come sia in atto un provvedimento disciplinare contro l’ex presidente Maietta (deputato Fdi), l’ex tecnico Iuliano, i giocatori Crimi (ora a Cesena) e Bruno (ora a Pescara). La colpa? Presunte protezioni dalla malavita locale, notizia criminis esondata dalle inchieste pontine.
Due storie distinte e separate, quella della protezione malavitosa non è meno preoccupante. Pecoraro ha raccontato: "Dalle indagini di Latina è emerso che c’era una frequentazione da parte dei giocatori con il Di Silvio. Questi aveva peso in certi ambienti, tanto da decidere persino chi dovesse entrare in curva e chi no. Ci sono violazioni dell’articolo 1 bis del codice di giustizia sportiva, i giocatori si sentivano protetti da costui — soprannominato Cià cià cià — organico alla criminalità organizzata". Anche Iuliano e l’allora presidente Maietta l’avrebbero frequentato. Avrebbe anche mitigato critiche e gestito gli umori della curva e del tifo in generale. Basta e avanza a respirare aria di tempesta. Domani la sezione fallimentare deciderà se concedere l’esercizio provvisorio. In caso di diniego Vivarini e la sua rosa riterranno finita la stagione. Sì, gran caos, perché il rischio che si fermi il Latina è più forte di altri casi simili visto che la Procura della Repubblica ha bocciato drasticamente il piano di recupero di Mancini (giudici Spinelli e Di Lazzaro), l’ultimo presidente nerazzurro in ordine di tempo: che ora tenta di comprare-salvare la società dopo una istanza di fallimento arrivatagli — giura — a sua insaputa, praticamente all’Epifania. Le argomentazioni del drastico diniego della Procura all’esercizio provvisorio? Varie. C’è chi giura dipendano dalle tante ipotesi di reato (penali e amministrativi) che hanno portato al crac e chi ricorda come l’esercizio provvisorio eviterebbe la bancarotta e il carcere all’ex presidente Maietta. Punti di vista e dose di buona fede.
La speranza che l’esercizio provvisorio venga concesso, però, cresce perché tutelerebbe lo stato di fatto: il valore in primis dei cartellini di giocatori come Regolanti, Bruscagin, Dellafiore, Bandinelli, Miniato, Corvia e Di Matteo, oltre al valore del titolo sportivo (ricomprarlo a 150 euro in Eccellenza converrebbe a nessuno) e al piano Mancini (assistito dal d.g. Lucchesi e dall’avvocato Cesare Di Cintio). Il presidente s’è offerto — anomalia non da poco — di anticipare le spese vive fino al termine del torneo oltre a presentare una proposta irrevocabile di acquisto del club. Ieri Damiano Tommasi, presidente Assocalciatori, è corso al capezzale nerazzurro: "Sono giorni fondamentali, speravamo di non rivivere un caso Parma, i controlli non sono ancora infallibili. L’esercizio provvisorio è indispensabile: non disperderebbe il valore del titolo e della rosa per i creditori".