GdS – Zampata di Rodriguez. Che balzo per il Cesena. La Ternana sprofonda
Sull’ascensore sale il Cesena, che riemerge dalle paludi scavalcando quattro squadre in un colpo solo. Il pulsante giusto per la risalita, dopo tre mesi di astinenza di successi al Manuzzi, lo spinge Alejandro Rodriguez, che al minuto 60 sfonda la rete con un tap-in rapinoso, specialità della casa di un attaccante spesso discusso, ma anche decisivo. «Finalmente abbiamo vinto una partita sporca, badando prima al sodo e poi al bello», fa Andrea Camplone in sala stampa. «Per noi non cambia nulla, dobbiamo vincere la prossima e magari non prendere più gol così», risponde Fabio Liverani, allenatore di una Ternana praticamente mai pericolosa e che da domani tornerà in ritiro.
EQUILIBRIO Il posticipo del Manuzzi non è uno spot per gli esteti del calcio, anche perché la posta in palio è altissima. Gli umbri approcciano meglio ma sparano a salve (tre tiri alti nei primi 10 minuti), mentre dall’altra parte Rodriguez si scalda con un pallonetto che esce di un soffio. Per decifrare l’indice di pericolosità della squadra ospite, basta un dato: l’unico tiro in porta, in 99 minuti complessivi, è un destro masticato di Di Noia che Agazzi para con la sigaretta in bocca (32’).
SVOLTA Dopo l’intervallo, in campo scende un Cesena più incisivo, sempre poco bello ma almeno più cattivo. Al minuto 56 Laribi sfiora la traversa, poi arriva l’episodio che cambia la partita. Dopo un doppio salvataggio in angolo di Aresti sui tiri di Perticone e dello stesso Laribi, sugli sviluppi del corner ci pensa Garritano a calciare a colpo sicuro e a trovare ancora i guanti del portiere, che però si arrende al tap-in rabbioso di Rodriguez. La Ternana protesta, ma lo spagnolo è tenuto in gioco da Zanon. Il Manuzzi diventa una bolgia mentre il Cesena, che prendeva gol da 12 gare consecutive, prova ad alzare il muro davanti ad Agazzi. Questa volta ci riesce, perché gli umbri non sono praticamente mai pericolosi. Almeno fino all’oceanico (e incomprensibile) recupero concesso da Marini, quando Di Noia (96’) sfiora il pareggio di testa. Ma la palla esce di un soffio.