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Messaggero – Il Liberati torna a splendere. Bandecchi sceglie il parterre

"Bisogna che vi fate sentire in Lega, è uno scempio”. “Sì signora, mi farò sentire". Sono passati pochi secondi dal fischio finale di Ternana-Perugia, una tifosa si gira verso il patron Stefano Bandecchi senza saper trattenere la sua rabbia contro l’arbitraggio, lui le risponde assecondandola pacatamente e dandole la mano con un sorriso. Poi se ne va cupo, senza dire altro, per raggiungere il campo per un veloce giro sotto le curve, anche loro deluse come lui dal pareggio beffa al 90’, ma comunque pronte ad applaudirlo ancora, insieme a mister Pochesci, che gli cammina accanto. Il patron delle Fere, come promesso, ieri è tornato al Liberati per il derby dell’Umbria – sembra che per arrivare allo stadio, alla guida della sua Mercedes, abbia dovuto anche convincere le forze dell’ordine che non lo volevano far entrare in città visti i limiti alla viabilità -, ma ha scelto una posizione particolare per assistere allo spettacolo dei 9.000 supporter rossoverdi: niente tribuna autorità, ma il parterre dei distinti A. «Per soffrire in mezzo a voi, male che vada mi prendo qualche vaffa…» ha spiegato ai tifosi che gli sedevano intorno, tra questi anche un gruppo di bimbi della scuola calcio della Ternana, con i quali ha scattato foto e scambiato sorrisi e strette di mano. Ma nessun insulto, neanche nel finale, è arrivato, nonostante l’evidente delusione di tutti. Alla fine, con lo sguardo basso e in silenzio, se ne sono andati anche quanti aspettavano il patron un piano più su rispetto al parterre, nella tribuna autorità appunto, da tempo mai piena come ieri, visto che qui è tornato a farsi vedere il pubblico delle grandi occasioni, tra sport, politica e non solo: c’erano infatti il vicepresidente della Regione Paparelli, l’assessore alla Sanità Barberini, il sottosegretario agli Interni Bocci insieme al consigliere regionale del Pd Brega, il collega forzista Nevi, il sindaco Di Girolamo e buona parte di palazzo Spada, il questore Messineo e il suo predecessore Belfiore. In rappresentanza del Comune di Perugia – mancava il sindaco Romizi – l’assessore Fioroni e il presidente del consiglio Varasano, insieme ad altri consiglieri. Poi, accanto al presidente del Grifo Santopadre, anche il neopresidente della Lega B, Balata, mentre tra gli ex rossoverdi spiccavano Falletti e Carbone.

Ed infine, sempre in tribuna, anche tanti professionisti ternani. Ma al di là della cospicua presenza di “vip”, a colorare il Liberati sono state le altre migliaia di tifosi, a partire da quelli delle curve nord ed est – tra questi anche un gruppo di olandesi, tifosi del Nec, una squadra che ha gli stesse colori delle Fere – disposti anche a prendersi l’acqua pur di farsi sentire e vedere. Le coreografie preparate con grande entusiasmo sono state un po’ penalizzate dallo scroscio iniziale, ma lo spettacolo non è mancato. Alla nord, gli ultras hanno steso due grandi drappi, uno rosso e uno verde, in mezzo un enorme disegno con i simboli della città: l’obelisco, la Cascata, la pressa e, ovviamente, i tifosi delle Fere. “L’importante non era partire? Dalle risate ci fate morire”, invece, uno striscione polemico indirizzato alla curva nord perugina che ha scelto di disertare la trasferta. Alla Est, tra i tanti striscioni, a spiccare è stata una grande sagoma dell’Umbria, tutta colorata di rossoverde e con due altrettanto grandi lettere in mezzo: TR. Ieri, in effetti, almeno sugli spalti il derby dell’Umbria lo hanno vinto a tavolino le Fere. Sul campo è un’altra storia e la festa alla fine è stata solo a metà.

Stefano Bentivogli

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