Messaggero – La normalità di Fabio Liverani diventa un’arma vincente
Spesso ci si dimentica che il calcio è un gioco e anche semplice. Un gioco da bambini, dicono i saggi, quelli che vedono ruzzolare il pallone da una vita.
A volte, invece, ci si vuole inventare la luna e le comnseguenze sono catastrofiche. Un po' quello che è avvenuto alla Ternana di quest'anno. Fabio Liverani, il nuovo allenatore delle fere, è stato invece intelligente. Ha puntato sulla semplicità del gioco, non ha fatto lo scienziato e soprattutto ha fatto giocare i giocatori dove sanno muoversi ed esprimersi nel modo migliore. La prima mossa del tecnico è stata quella di riportare Cesar Falletti nel suo ruolo naturale, quello di trequartista, e l'uruguagio ha risposto alla grande disputando una gara straordinaria. Lui, se gioca lì, alle spalle di due punte, ( E Liverani ha fatto giocare insieme Avenatti e Monachello) sa rompere gli equilibri e fare la differenza. Ne sanno qualcosa i difensori del Trapani che per fermarlo sono dovuti ricorrere alle maniere forti (a tre di loro il fantasista rossoverde ha fatto prendere il cartellino giallo). E poi Liverani ha messo in campo i giocatori più funzionale al suo modulo, il 4-3-1-2, e quindi due terzini che sanno spingere (Zanon a destra e Germoni a sinistra), due difensori centrali (Meccariello e Valjent) un mediano regista, Ledesma, e due intermedi che sanno attaccare lo spazio e giocare anche senza palla (Di Noia da una parte e Petriccione dall'altra). Di Falletti, trequarti, già abbiamo detto, ( di sicuro non è un esterno) mentre in attacco ha posizionato sull'asse orizzontale due attaccanti, uno bravo a venire incontro e a tenere palla (Avenatti) e l'altro abile ad attaccare la porta, a dare profondità all'azione (Monachello e poi Palombi). Liverani, che per l'intera gara è stato in piedi, taccuino e bottiglettra d'acqua in mano, ha urlato e dato indicazioni ai suoi ragazzi. Insomma, non ha visto la partita da spettatore. Niente di particolare, per carità. Ha chiesto solo alla squadra, ma in continuazione, di essere sempre corta e stretta e pronta a ripartire. Ad Avenatti ha chesto spesso di allungare la squadra, a giocare tra i centrali avversari, a non abbassarsi troppo. E poi ha azzeccato anche i cambi in corsa, a parte quello di Diakitè (a fine gara il tecnico ha riconosciuto di aver sbagliato a sistemarsi a cinque in difesa). A metà del secondo tempo ha infatti sostituito di Noia, infortuunato, con Coppola e qualche minuto dopo ha fatto uscire Monachello per Palombi che giocando a campo aperto ha spaccato la partita. A dieci minuti dalla fine Liverani ha forse sbagliato mica è Dio – ha infatti fatto uscire Avenatti, un attaccante, per Diakitè, un difensore. La squadra a quel punto si è abbassata, a difesa della porta di Aresti, e c'è scappato il gol di Coronado a tempo scaduto ma che per assurdo ha riaperto la partita anche se per pochi spiccioli di minuti. Liverani – che ha dimostrato, ammettendo l'errore a fine gara, di avere carattere e personalità ha dodici partite, tutte finali, per tentare l'impresa impossibile e cioè salvare la Ternana da una retrocessione annunciata fin da questa estate.