Messaggero – L’espulsione, la tribuna e le lacrime di gioia: la giornata di Pochesci
Non va negli spogliatoi dopo essere stato espulso? Neanche per sogno. Cambia direzione, si fa aprire la porticina gialla e se ne va in tribuna. Si siede sul parterre di tribuna A. Soffre, Sandro Pochesci. Soffre per la sua Ternana da allenatore e, stavolta, anche da spettatore. Proprio lì, ci sono dei tifosi che lo incoraggiano. Simette seduto, cerca di restare calmo. Segue il gioco, trepida per i suoi, le braccia e lemani gli tremano vistosamente. Poi si gode i due gol. Quello splendido di Angiulli del 3-2, quello di Montalto che chiude la partita. Esulta, si commuove, come un tifoso. Fino al recupero, quando il suo volto comincia a tirarsi ancora di più. Al triplice fischio di Rapuano, si alza, chiude il pugno ed esulta con un deciso «Sì!». Intorno a lui, tanti tifosi lo salutano. Lui riguadagna la via del campo. La gioia è anche la sua e il saluto sotto la curva insieme ai suoi, dove scendono altre lacrime, non vuole e non può perderselo.