Messaggero – Parola ai tifosi: ecco i motivi delle poche presenze dei tifosi al Liberati

Messaggero – Parola ai tifosi: ecco i motivi delle poche presenze dei tifosi al Liberati

Il Messaggero ha intervistato diversi tifosi per capire il perchè dell'allontanamento di tanti tifosi dal Liberati. Ecco il parere di Maurizio Piazza abbonato della Curva Nord: "I motivi sono molteplici e non sono solo tecnici. Terni vive ormai da qualche anno un momento di grave crisi sotto il profilo socio-economico, e poi l'attuale società non invita di certo ad andare allo stadio. La verità è che la città, e quindi i tifosi, non si identificano con una proprietà completamente assente. Non c'è comunicazione, non c'è un programma, ogni anno è sempre uguale. E poi lo stadio di Terni è ormai fuori tempo, fatiscente e con scarsa visibilità, e allora tanti preferiscono starsene a casa il sabato pomeriggio o andare a fare una passeggiata con la famiglia".

Sulla stessa lunghezza d'onda è il pensiero di Claudio Maccagnan, anche lui abbonato ai distinti B. "E' vero, a Terni di soldi ne girano sempre meno e andare allo stadio con la famiglia, come si faceva una volta, non è più possibile dice Maccagnan e poi, chiarito che solo grazie alla famiglia Longarini possiamo partecipare al campionato di serie B, bisogna anche dire che il calcio moderno è un'altra cosa. Ma come si fa, a questi livelli, a non avere un direttore generale, un direttore sportivo, un presidente che non viene in città da Natale? Allo stadio siamo rimasti quattro gatti e il rischio è che saremo sempre di meno. La gente è stufa di questa improvvisazione".

E' davvero triste, in particolare per chi conosce la storia della Ternana, e dei suoi tifosi, vedere il Libero Liberati quasi deserto. Ma che fine ha fatto la passione rossoverde? "Fa rabbia davvero constatare che allo stadio il sabato siamo rimasti pochi intimi ribadisce un altro tifoso storico, Gianni Folegatti non c'è contatto tra la società e la città e anche i giocatori non vivono la città, i quartieri, i punti di ritrovo dei tifosi. Una volta si organizzavano cene, manifestazioni, premi. Oggi anche il giocatore sembra essere diventato un dipendente pubblico. Fa il proprio lavoro, si allena e si rinchiude in casa; e poi non c'è un ricambio generazionale: il calcio attuale ha disamorato i giovani».

Marco Barcarotti, tifoso doc sta lavorando per la realizzazione di un museo rossoverde ha un'idea tutta personale. "Il motivo di questa disaffezione è legato a due aspetti, uno di ordine generale e uno prettamente locale. Per quanto riguarda il primo punto le Pay-Tv, a mio avviso, hanno rovinato il calcio. E' più facile mettersi davanti a una televisione, al caldo, e vedersi una partita che andare allo stadio. C'è anche da dire che il calcio di questi ultimi anni si è identificato con partite truccate, corruzioni e tanti altri giochetti. E poi c'è anche una gestione atipica della società Ternana. Noi, non dimentichiamoci, che qualche anno fa abbiamo perso un giocatore come Candreva, l'attuale capitano della Lazio, a parametro zero, quello che sta accadendo oggi con Fabio Ceravolo. E poi anche le leggi non aiutano. Per fare l'abbonamento devi prima fare la tessera del tifoso, devi essere schedato. Insomma, perché devo essere considerato un potenziale facinoroso prima di aver compiuto un reato? E perché devo essere perquisito all'ingresso per poter accedere allo stadio? Tutte queste cose, nulla a che vedere con il calcio, hanno finito per creare spaccature anche all'interno della tifoseria, forse il dato più triste".