Messaggero – Ternanello, un progetto che viene da lontano

Un progetto che viene da lontano quello del Ternanello, prima caldeggiato e poi messo nel cassetto dalla famiglia Longarini (nonostante fosse tutto in regola per dare il via al cantiere) e di cui, ora che si è voltata pagina, si torna a parlare. La struttura – due campi da calcio in erba sintetica illuminati e forniti di gradinate, accanto una foresteria con all'interno camere per oltre 60 ragazzi, palestre, sale riunioni, un centro medico sportivo e la nuova sede della società – dovrebbe sorgere su un terreno di oltre 46 mila metri quadri di proprietà della società collocato tra via XX Settembre e strada di Santa Filomena, nei pressi del fiume Nera, con l'obiettivo di creare una fucina dei nuovi talenti rossoverdi. Tra i proclami dell'allora presidente Zadotti il progetto era stato presentato ufficialmente nel luglio di cinque anni fa, nell'estate del ritorno in B, contestualmente all'approvazione della variante al piano regolatore da parte del consiglio comunale. Allora la società – che aveva ricevuto l'ok anche alla costruzione di due edifici di edilizia privata – si era impegnata a realizzare pure delle opere di rilevanza pubblica, a partire da posti auto al servizio del centro sportivo e della vicina scuola, oltre all'allargamento della carreggiata in strada Santa Filomena e ad una passerella ciclopedonale sul fiume. Tutto a spese della società, che avrebbe dovuto firmare una convenzione con il Comune della durata di 39 anni, scaduta la quale l'impianto sarebbe stato ceduto all'amministrazione. Fin qui quello che c'era (e c'è ancora) sulla carta poi, dopo il via libera del Coni arrivato nell'ottobre 2013, agli annunci ha fatto seguito una lunga e inutile attesa, alla quale hanno contribuito il venire meno dell'interesse da parte dei Longarini, oltre ad inciampi burocratici (anche relativi al finanziamento del Credito sportivo) e frecciatine tra le parti in causa. Adesso la palla passa a Bandecchi.