Rassegna stampa – Il Messaggero – Fere, c’è Maestrelli un difensore d’arte
Il nonno era l’allenatore della Lazio di Chinaglia mentre lo zio è Materazzi
Fere, c'è Maestrelli un difensore d'arte titola Il Messaggero oggi in edicola. Di seguito l'estratto dell'articolo.
A vederlo in allenamento, ma anche dopo averlo visto per alcuni minuti in partita a Gubbio al suo esordio con la Ternana, viene da dire che può avere la duttilità giusta per questa squadra e per la sua difesa in versione modellabile. Aggiungiamo, poi, che nelle sue vene scorre sangue di vero calcio, cosa che non guasta affatto. Alessio Maestrelli è giovane, ma ha già esperienza nella serie C, accumulata in un girone agonisticamente duro come quello del sud, il girone C. Si ritrova, ora, in quello del centro Italia. Il nome, dice molto. Si chiama come l'allenatore che nel 1974 guidò la Lazio di Giorgio Chinaglia al suo primo storico scudetto. Non è semplice omonimia. Tommaso Maestrelli era suo nonno. Un nonno che non ha mai conosciuto (morì nel 1976, mentre il difensore rossoverde è nato nel 2003), ma da bambino gli parlava di lui papà Maurizio, scomparso quando il piccolo Alessio aveva appena otto anni. Nipote d'arte, per di più doppio, anche da parte di mamma Monia, che di cognome si chiamata Materazzi. L'altro suo nonno, quello materno, è infatti Giuseppe Materazzi, ex calciatore e con una carriera trentennale da allenatore anche in serie A e all'estero. Per non parlare di suo zio, fratello della mamma, Marco Materazzi, pilastro insieme a Fabio Cannavaro della difesa della Nazionale campione del mondo del 2006 in Germania, autore del gol del pareggio nella finale con la Francia e a segno anche in uno dei decisivi calci di rigore che regalarono la coppa agli Azzurri di Marcello Lippi. «Effettivamente – spiega lui, sorridendo – vengo da una famiglia che il calcio lo ha davvero nel sangue. Ne sono fiero. Però, alla fine, non penso a questo e cerco di essere me stesso, facendo la mia carriera e seguendo la mia strada».
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