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RassegnaStampa – CdS – Dialogo, logica e istinto: i segreti della difesa

Nello staff di Gigi De Canio c’è anche Fabrizio Fabris. Non è una novità in rossoverde, visto che stava guidando il settore della Scuola calcio dell’Unicusano Ternana. Per lui, una promozione in prima squadra, come successo a Ezio Brevi, con il compito di curare la fase difensiva. A Radio Cusano Campus, Fabris ha parlato proprio di questo suo nuovo ruolo e chiarito alcune curiosità legate all’allenamento del reparto arretrato.

Fabris, è stato chiamato in prima squadra da De Canio per curare la fase difensiva e abbiamo apprezzato il costante dialogo con lui anche durante le gare. "Prima di tutto, io ed Ezio Brevi siamo stati lusingati dalla chiamata del mister. C’è un continuo dialogo con De Canio: il tecnico stabilisce i principi e le logiche di gioco per tutti i reparti; noi riportiamo in campo le sue indicazioni trasformandole in esercitazioni o semplicemente facendo applicare direttamente ciò che propone".

È vero che oggi la fase difensiva viene curata in modo diverso rispetto al passato? "Bisogna chiarire un punto. La fase difensiva non riguarda solo il reparto difensivo, parte dal lato opposto del campo, dall’attacco, quindi riguarda tutta la squadra. Comincia da lì ed è fatta seguendo i criteri dell’allenatore, poi tradotti in campo dagli interpreti. Se parliamo nello specifico del reparto difensivo, ciò che oggi manca è la tattica individuale difensiva, che è stata messa un po’ in secondo piano per preferire il lavoro sul reparto. Penso all’adattamento sull’uomo, la presa di posizione, l’anticipo sul tempo: insomma, tutto quello che un tempo faceva la differenza e che contraddistingueva la grande scuola dei difensori italiani. Ultimamente ci sono degli orientamenti che ci stanno facendo riavvicinare a quei concetti. Si inizia a marcare a uomo nella zona, si insegna nuovamente ai bambini e ai ragazzi l’uno contro uno come si faceva un tempo".

Cosa può aver cambiato nelle prestazioni dei difensori? "Possiamo dire che quando si verificavano situazioni di gioco in cui veniva richiesto l’istinto difensivo nella marcatura a uomo, il giocatore si poteva anche sentire smarrito. Ora viene allenato proprio quell’istinto con esercitazioni ad hoc".

Il dialogo tra i giocatori è un altro elemento centrale per evitare di abbassare la guardia, sia come reparto sia come individualità? "Certamente. La squadra è costituita da reparti, che ragionano in un insieme e mai in modo personale, quindi la comunicazione è fondamentale. Naturalmente c’è anche il momento in cui un’interpretazione personale può salvare il gol, e qui torniamo nell’ambito della tattica individuale".

Fabrizio, hai fatto anche un grande lavoro con la scuola calcio dell’Unicusano Ternana: ti mancano i piccoli calciatori rossoverdi? "Tanto, e li vado a vedere appena posso. Mi sento ancora con gli allenatori e il legame con i ragazzi è indissolubile".

Stefano Bentivogli

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