RassegnaStampa – CdS – Fere, dopo 27 anni tre baci… accademici

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Una grande impresa, possibilmente propedeutica alla grande impresa per eccellenza: la salvezza. Perché, come dice il patron Stefano Bandecchi, l’Unicusano Ternana «finalmente ha capito cosa vuol dire giocare a calcio in Serie B» e a questo punto non restarci, in Serie B, sarebbe davvero un peccato. Erano 27 anni che le Fere non trionfavano nel derby umbro contro il Perugia, e il digiuno si è spezzato in un momento e in un modo tale che sembra quasi un segno: e per uno come Bandecchi, autodefinitosi «appassionato di cabala» non può non voler dire qualcosa. Rimonta è stata ieri al Curi, da 2-0 a 2-3 con Tremolada e soprattutto Montalto sugli scudi, e rimonta sia anche in classifica: la zona playout ora

è solo a due punti, e soprattutto la

lotta salvezza riguarda ormai molte più squadre.

PARLA IL PATRON. «Finalmente abbiamo dato una grande soddisfazione alla tifoseria ternana, al popolo ternano e alla città, di questo sono molto contento – spiegava ieri Bandecchi a Radio Cusano Campus – ma sinceramente scelgo di mantenere una calma pragmatica, perché in questo momento abbiamo fatto un passo in avanti verso il vero obiettivo, che è restare in Serie B. Ci sono 6-7 squadre in 3 punti, una situazione ben diversa ri- spetto a quella di sei-sette giornate fa». E soprattutto l’Unicusano Ternana «è una squadra ben diversa. Certo spero che i ragazzi rimangano più svegli perché oggi abbiamo preso 2 gol che lasciamo perdere, ma poi siamo riusciti a farne tre, abbiamo tirato fuori carattere». E stavolta lo spettro della beffa finale, troppo spesso materializzatosi in questa stagione, al Curi non è apparso. «Mi è piaciuta molto la parte finale di partita perché la squadra non ha mollato fino alla fine, e finalmente ha capito cosa vuol dire giocare a calcio in Serie B e di questo sono molto soddisfatto».

CAMBIO DI MENTALITÀ. Cosa fa la differenza tra la B e le serie inferiori, allora? Secondo il patron «la differenza la fa la tensione, non bisogna abbassare la guardia. Io capisco che abbiamo fatto una grande impresa, ma il popolo ternano mi scuserà perché noi dobbiamo essere concentrati verso le altre 5 partite. Solo se resteremo in Serie B avremo fatto il nostro dovere a Terni».

IL PRESIDENTE. E saranno cinque partire dure, a cominciare dalla prossima col Pescara per non parlare delle molte big da incontrare, e il presidente Stefano Ranucci non se lo nasconde, ma si fida di mister De Canio: «Abbiamo un calendario complicato, ma non dobbiamo pensare alle altre ma a quello che facciamo noi. I ragazzi si stanno allenando bene sotto la guida di un allenatore che ci ha portato vittorie fuori casa, un equilibrio fantastico, una media punti incredibile. Ma i miei complimenti vanno anche allo staff atletico perché ho visto questi ragazzi correre dall’inizio alla fine». Ieri è stato il giorno della festa («una grande serata che la città si meritava da anni, era il minimo per questa gente») ma anche per Ranucci «bisogna stare attenti perché sulle ali dell’entusiasmo si possono commettere anche gravi danni, dobbiamo andare avanti mantenendo la calma». E pensando, da subito, alla sfida col Pescara. Mister De Canio intanto incas- sa i complimenti con stile: «Vittoria mia? No, vittoria della squadra, che ha fatto un'impresa, il Perugia non è una squadretta e sta facendo molto bene. Tutti abbiamo vinto lavorando bene in settimana”. E così bisogna fare ancora.