RassegnaStampa – CdS – Fere, non è ancora finita. Ci sono altre battaglie

RassegnaStampa – CdS – Fere, non è ancora finita. Ci sono altre battaglie

Ci sono altre battaglie da combattere, perché non è ancora finita. Queste sono le parole che Stefano Bandecchi ha utilizzato negli spogliatoi del Liberati al termine della gara dell'Unicusano Ternana contro il Palermo (vinta 3-2 dai siciliani). Il patron dei rossoverdi ha guardato negli occhi i giocatori, visibilmente abbattuti per la sconfitta, e ha chiesto loro di rialzarsi immediatamente, non farsi prendere dallo scoramento e reagire. perché «le prossime partite "cominciano ora"». Bisogna, certamente, avere meno paura e più coraggio, quello mostrato nella prima e nell'ultima parte della gara. Ne è ben consapevole anche il tecnico rossoverde De Canio che, poco dopo la conferenza stampa al termine la s da tra Unicusano Ternana e Palermo (vinta 3-2 dai siciliani, in vantaggio di tre reti dopo 60' minuti), ha mostrato tutto il proprio spirito combattivo: «Volete vedere che facciamo i play out?».

MENTALITÀ. Come ha sottolineato De Canio in conferenza stampa, la squadra ha spesso necessità di un episodio favorevole che la sostenga dal punto di vista psicologico e faccia scattare qualcosa che dia un'iniezione di fiducia. Come accaduto in occasione della prima rete rossoverde, messa a segno da Finotto, che ha ridato verve alle Fere e portato al 3-2 di Tremolada. E, sempre come ammesso il tecnico, c'è stato il rischio di subire il quarto gol ma anche di raggiungere il pareggio.

DUE VITTORIE. Classifica alla mano, i rossoverdi sono distanti cinque punti dai play out, e nelle restanti gare incontreranno due concorrenti per la sfida salvezza: Pro Vercelli fuori casa e Avellino al Liberati. Per puntare agli spareggi, sono necessarie obbligatoriamente due vittorie (ma sarà comunque decisivo il primo match), per poi sperare in una combinazione di risultati nelle partite che vedono protagoniste le altre dirette avversarie. Ieri, al termine della partita, allo stadio Liberati, una grande bandiera rossoverde continuava a sventolare con orgoglio, per nulla abbattuta dalla sconfitta. Un simbolo e quasi un invito per la squadra. Perché, come disse Churchill, «se stai attraversando l'inferno, fallo a testa alta».