"Possiamo e dobbiamo farcela". Se c’è un messaggio che il tecnico Luigi De Canio sta trasmettendo con forza ai suoi uomini è questo: l’Unicusano Ternana ha le qualità tecniche e mentali per salvarsi secondo Michele Rigione che ha appena compiuto 27 anni e che finora è stato schierato con continuità dal nuovo mister.
Michele, hai avuto il tempo di festeggiare il tuo compleanno? "Tempo ce n’è stato poco perché stiamo lavorando sodo con il mister in vista della trasferta di La Spezia. La sera mi sono concesso una cenetta in famiglia con la mia compagna e le nostre due bambine".
Che cosa vi sta trasmesso De Canio a livello di fiducia in voi stessi? "Ci ha dato un po’ di serenità: lui vuole dei professionisti, degli uomini prima ancora che dei calciatori. Ci ha sistemato tatticamente e ci ha detto che dobbiamo lottare con sacrificio. Da vent’anni allena in serie A e B, sa su quali aspetti bisogna lavorare ed è molto attento al dettaglio".
Su quali punti insiste in particolare? "Ha dei concetti molti semplici: principalmente ci vuole organizzati e aggressivi. È un “martello”, ci fa lavorare sempre al massimo e ci ha trasmesso la voglia di farcela. Perché noi possiamo e dobbiamo farcela".
Con quali aspettative affrontate la trasferta in Ligura dopo il successo sulla Cremonese? "È una trasferta difficile. Stiamo lavorando con grande impegno perché al Picco vogliamo raccogliere punti".
Cosa temi dello Spezia? "È una squadra forte, costruita per fare un campionato importante. Ha dei grandi attaccanti e con l’arrivo di Mora si è rinforzata molto anche a centrocampo. È una squadra organizzata e che sa sicuramente come dare fastidio agli avversari".
Tu arrivi dal Cesena, attualmente è vostra diretta concorrente per la salvezza. Puoi fare un confronto tra il Cesena e la realtà in cui ti trovi oggi? "Del Cesena posso solo parlare bene perché mi hanno sempre rispettato e sono rimasto legato a tutto l’ambiente. È una grande piazza. Spero che anche qui a Terni si possa ritrovare, attraverso i risultati, l’entusiasmo che c’era nelle prime giornate. A livello tecnico non abbiamo nulla da invidiare al Cesena, che è una squadra molto fisica, che imposta il suo gioco sull’aggressività. Noi cerchiamo di giocare di più il pallone".
Fuori dal campo, sono giorni molto tristi per il calcio italiano. Conoscevi Davide Astori e c’è un pensiero che vuoi dedicargli? "Sì, ho conosciuto Davide a un Capodanno di 4-5 anni fa grazie all’amicizia in comune con Marco Sau. Era un ragazzo positivo, che sorrideva sempre e umilissimo. Da quando è successo non faccio che pensare a lui, a volte la vita è davvero ingiusta".
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