Precipita la situazione in casa Cesena. E aumentano, in parallelo, le chance di ripescaggio della Ternana. A prescindere dalla grave crisi societaria del Bari, altro club che rischia di non iscriversi al prossimo torneo cadetto. In ogni caso è bene sottolineare la lunghezza delle tempistiche. Infatti dopo il primo responso della Covisoc eventualmente negativo (giovedì 12 luglio) è possibile presentare ricorso (entro lunedì 16 luglio) contro l’estromissione. Esso viene vagliato dal Commissario F.i.g.c. (mercoledì 18 luglio) con parere definitivo del Consiglio Federale (venerdì 20 luglio) comunque appellabile presso l’Alta Corte del Coni (venerdì 27 luglio). Ovviamente ai fini dell’iscrizione esistono altre scadenze da onorare entro fine giugno, vedi saldo degli stipendi del trimestre marzo, aprile e maggio (martedì 26), versamento dei contributi Inps e delle ritenute Irpef del bimestre marzo e aprile (venerdì 29) e pagamento della tassa di iscrizione al prossimo campionato (stessa data).
Cesena, profondo rosso Arriva la risposta dell’Agenzia delle Entrate circa il piano di ristrutturazione della dirigenza bianconera. Ma è negativa (come confermato da fonti societarie bianconere). Insomma, siamo di fronte alla seconda bocciatura dopo quella datata lunedì 28 maggio (relativa alla prima stesura del piano, inviata venerdì 11 maggio, poi rivista e corretta dagli avvocati del Cesena e nuovamente trasmessa venerdì primo giugno). In sostanza viene respinta la richiesta di decurtazione del debito verso l’Erario (da 33 a 20 milioni di euro) con annessa rateizzazione del pagamento (in 20 rate da un milione l’una). In altri termini sfuma l’accordo col Tribunale di Forlì per la procedura di ristrutturazione ex art.182 bis-ter. A quanto pare l’ufficio legale del club romagnolo sarebbe già al lavoro per elaborare una terza bozza del piano di ristrutturazione del debito onde porre rimedio al parere negativo emesso ieri dell’Agenzia delle Entrate. Ma per questo tentativo in extremis si profila una disperata corsa contro il tempo.
Bari, orizzonte nebuloso Per mettere in sicurezza la società mediante ricapitalizzazione il presidente Giancaspro deve immettere 4,6 milioni nelle casse sociali entro 15 giorni dalla pubblicazione (a quanto pare imminente) del verbale dell’assemblea dei soci svoltasi venerdì scorso presso lo studio notarile Labriola. Ovviamente il numero uno biancorosso potrebbe riuscirvi con le proprie forze oppure potrebbe appoggiarsi ad altri imprenditori, ai quali potrebbe poi cedere (condizionale d’obbligo) una parte più o meno consistente del pacchetto azionario. Improbabile al momento la scalata del socio di minoranza Paparesta (0,63%). La richiesta di messa in liquidazione del club avanzata dall’ex presidente (per il precipitare del capitale sociale al di sotto del minimo previsto dalla legge) verrà presa in esame dal Tribunale delle Imprese di Bari lunedì 9 luglio.
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