Siamo di fronte a una guerra giudiziaria e una guerra giuridico-mediatica senza esclusioni di colpi che scaraventa il calcio in secondo piano e fa intuire dove sia ormai finito il mondo del pallone italiano. Anche perché la decisione del CONI attesa tra oggi e domani risente di una battaglia più grande, molto più grande che si insinua dietro la questione ripescaggi e format dei campionati. La partita riguarda l’elezione del nuovo presidente federale con la Lega di A, quella di B e gli allenatori da una parte, i ribelli della Serie C, D, calciatori e arbitri dall’altra. Questi ultimi hanno la maggioranza per eleggere l’erede di Tavecchio e raccogliere il testimone del commissario straordinario. Ma i numeri potrebbero non bastare, con la linea trasversale targata Abodi tutta da verificare.
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