RassegnaStampa – CdU – Ternana, la battaglia legale prosegue

Il presidente Stefano Ranucci e i legali rossoverdi Massimo Proietti e Fabio Giotti, coadiuvati dai colleghi Paolo Tanda e Mario Rosario Spasiano, non mollano. La battaglia legale della Ternana Calcio prosegue. Senza tentennamenti e con la fondata convinzione di ottenere giustizia presso il Collegio di Garanzia del C.o.n.i.

Giurisprudenza Il Diritto è inequivocabile. A cominciare dalla inapplicabilità ai criteri di ripescaggio del principio di irretroattività invocato (finora con successo) dalla dirigenza novarese, che sembra quasi affermare (o almeno così pare): “… se avessi saputo di incappare nella preclusione triennale dai ripescaggi avrei versato in tempo le ritenute Irpef…”. Su questo argomento (Corte Costituzionale, sentenza n. 276 del 2016: “… il principio di irretroattività non si applica se la sanzione è solo amministrativa…”) non esistono dubbi. Anche perché un mancato ripescaggio non costituisce una sanzione ma si configura come “procedura premiale”. Di tenore analogo altre sentenze della stessa Corte (n. 92 e n.166 del 2013). Secondo un noto avvocato ternano (in alcun modo collegato o ricollegabile alla Ternana Calcio, dunque il suo è un parere tanto illuminato quanto libero e indipendente) “… il Collegio di Garanzia del Coni deve annullare la sentenza impugnata, confermare la delibera F.i.g.c. e notificare la propria decisione alla Federazione… che a sua volta deve ammettere Siena, Ternana e Pro Vercelli quali aventi diritto e Novara e Catania per legittimo affidamento e diritti quaesiti…”. Incontrovertibile. Ma una sentenza del genere dovrebbe essere emessa prima dell’inizio del campionato (24 agosto) e costringerebbe il “Palazzo” ad ampliare il format del torneo cadetto da 22 a 24 squadre.