RassegnaStampa – GdS – Consiglio Figc “realista”. La B a 19 è una certezza
Come in un videogame, Gabriele Gravina è passato al livello successivo. Era di lotta, ora è di governo. E c’è un momento preciso del Consiglio federale di ieri che certifica il suo upgrade, da presidente di una Lega Pro barricadera a capo di una Federazione che per sbrogliare la matassa delle controversie sul format della B, deve permearsi innanzitutto di «realismo» (copyright suo). È quando Gravina toglie la parola a Pietro Lo Monaco, divenuto consigliere della Lega Pro anche con la sua benedizione, che vorrebbe replicare all’accorato intervento di Mauro Balata, stroncando sul nascere la possibilità che un argomento tanto delicato, primo vero banco di prova della nuova governance federale, finisca nel tritacarne di un dibattito che chissà dove sarebbe finito, tra pasdaran della nuova formula e vedove delle 22 squadre. Sul tema durante i lavori sarà solo il presidente federale a interloquire col rappresentante della B, la Lega direttamente coinvolta nella scabrosa vicenda. Un modo per evitare brutte sorprese e, al tempo stesso, mettere subito sul tavolo la ritrovata centralità dell’istituzione: dopo nove mesi di commissariamento, la Figc è tornata, possibilmente più forte di prima. È questo il messaggio che Gravina vuole trasmettere, sostenuto dai suoi vice. Vengono eletti il vicario Cosimo Sibilia e il numero uno della Lega di A Gaetano Miccichè, che promuove la prima: «Mi auguro che questo Consiglio, superando gli interessi di parte, sappia mettere al centro le aspettative di tutti per il rinnovamento del calcio».
TUTTE IN CAMPO Si parte dalla Serie B. La materia è scottante, bisogna andarci con i guanti, con una politica realista. «Primo — chiarisce Gravina — evitare che al danno si aggiunga la beffa». Cosa accadrebbe se oggi la Figc disponesse il ritorno a 22 squadre e il Consiglio di Stato, il 15 novembre, accogliesse anche nel merito il ricorso della B? È bastato mettere sul tavolo questo interrogativo perché tutti concordassero sull’opportunità, date le circostanze, di prendere atto del decreto cautelare dei giudici amministrativi di 2° grado e attendere il verdetto collegiale facendo la cosa più giusta: tornare a giocare. «Auspico che tutti lo facciano — dichiara Gravina — È arrivato il momento di giocare a calcio». Per tutte, ricorrenti e non. Devono scendere in campo anche l’Entella — che a tutt’oggi non sa ancora quando si celebrerà il ricorso della Figc contro la sentenza del Collegio del Coni — e la Viterbese, che chiedeva di essere inserita in altro girone. «Dobbiamo essere realisti — ribadisce il presidente federale — non possiamo continuare a essere testardi a prescindere. La parola definitiva la daremo quando il Consiglio di Stato discuterà nel merito». E allora, la riflessione più importante, giura Gravina, sarà «sulla tutela del valore della competizione sportiva, perché il 15 novembre saranno state già disputate 12 giornate del campionato di B, il consiglio quindi rispetterà il valore della competizione particolarmente avanzata rispetto a qualche settimana fa». Non è ancora la parola fine su questa vicenda, ma preannuncia i titoli di coda.
PRIME TAPPE La gestione Gravina, invece, muove i primi passi.Diplomatico sull’attualità politica («La riforma della Coni servizi voluta dal governo? Aspetto l’incontro Malagò Giorgetti») e sul contenzioso con l’ormai ex d.g. Michele Uva («Vicenda strumentalizzata»), deciso sulle iniziative da mettere in campo. Primo toro da prendere perle corna, a parte la distribuzione dei posti in Comitato di Presidenza (Lotito ne ha prenotato uno per sé), «le licenze nazionali: «Entro il 31 dicembre fisseremo le regole per le iscrizioni. Questo significa dare certezze». «Saranno norme chiare — spiega il presidente — che eviteranno tutte quelle zone grigie che hanno creato tensioni nel mondo del calcio». Sulle riforme da apportare al sistema, posto che già dal prossimo Consiglio si avvierà la macchina delle modifiche ai format dei campionati, lavoreranno «sei tavoli di lavoro permanenti — illustra Gravina — su governance, giustizia sportiva, riforma dei campionati, impiantistica, marketing (sviluppo economico e commerciale) e Club Italia».