La squadra fantasma, senza un campionato in cui giocare, cerca di trasformare gli allenamenti in partite, ma è dura, se non impossibile: «A volte ci sembra di vivere nella casa del Grande Fratello», dice con una battuta Mirko Eramo, esterno di lungo corso. L’Entella è tra coloro che sono sospesi, né in B né in C. Siamo a fine ottobre e la cosa fa notizia ovunque nel mondo. Gli inglesi, più degli altri, vedono in questa storia il declino del calcio italiano, l’azzeramento della sua credibilità: «E’ venuta la BBC per un reportage e il Guardian ci ha dedicato un lungo servizio — racconta il team manager Matteo Gerboni — Abbiamo commissionato una ricerca: nelle ultime settimane cinque milioni di persone si sono imbattute online nella parola Entella (la squadra porta il nome del fiume che divide Chiavari da Lavagna e lì sfocia, ndr)». Il club avrebbe fatto a meno di tanta pubblicità, i liguri sono gente schiva. Non staremo qui a farvi la cronistoria dei motivi per cui i giocatori la domenica vanno al centro commerciale o a farsi quattro passi a Portofino. Per semplificare, scriviamo che il 6 novembre il Tar del Lazio potrebbe mettere un punto sulla vicenda, ma per sapere se restituirà l’Entella alla vita agonistica probabilmente bisognerà aspettare che si discuta il ricorso della Figc. Serie B o C che sarà, la squadra passerà da niente a tutto nell’arco di un giorno, dovrà marciare a tappe forzate per recuperare le giornate perdute — tre partite in otto giorni — e pagherà un prezzo in infortuni, classifica, stress.
RISARCIMENTO La società è tra le più solide del nostro calcio. Il presidente Antonio Gozzi dirige il gruppo Duferco, si è fatto un nome nel difficile settore della siderurgia, ha diversificato, è un imprenditore 64enne abituato al parlar chiaro degli a ffari : «Chiederemo i danni, qualunque sia la sentenza del Tar. Noi siamo convinti di avere pieno diritto alla B. In ogni caso abbiamo chiesto a una società di revisione di quantificare il risarcimento che pensiamo ci spetterà». Gozzi non vuole fare cifre, ma sembra che il conto da presentare a Figc e Lega oscillerà tra 6 e 8 milioni di euro, qualcosa meno se fosse B. Follow the money, dicono gli americani. Seguite i soldi e troverete un pezzo di verità. Questa vicenda porta con sé un retro-pensiero, anzi un sospetto: che le attuali 19 squadre diBnon vogliano l’Entella per spartirsi la sua fetta di torta, i quasi 5 milioni di diritti e affini che le spetterebbero. In pratica, a 19 e senza Entella, ogni club incasserà 250-260 mila euro in più. «Io non ci credo — risponde Gozzi — Anzi, molti presidenti di B mi dicono il contrario: vorrebbero una B a 20, con numero pari di squadre, per evitare equivoci verso la fine. Immaginate l’ultimo scorcio di stagione, una squadra ferma che attende i risultati delle altre e si regola di conseguenza: potrebbero crearsi situazioni strane». Gozzi di fondo ce l’ha con l’ex commissario della Figc, Fabbricini: «Il caso è clamoroso perché per la prima volta le istituzioni sportive non hanno riconosciuto le decisioni dei loro organi. E’ cosa grossa che si ricorra alla giustizia ordinaria, spero Gravina si renda conto della situazione in cui Fabbricini ha scaraventato l’Entella». E oggi si parlerà anche di questo nel Consiglio Federale straordinario.
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