RassegnaStampa – GdS – Giustizia sportiva in mano al Tar. Decide Mattarella

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Sconcerto no, stupore e imbarazzo sicuramente. La riapparizione dei commi del Decreto Sicurezza dedicati alla riforma della giustizia sportiva ha preso in contropiede il Coni. Anche se ora c’è la possibilità che il Quirinale (Mattarella riceverà probabilmente domani il testo) ritenga la materia non coerente con il resto del provvedimento e la rimandi al mittente.

RIPENSAMENTO Giovanni Malagò non si aspettava che la questione su chi debba giudicare le controversie relative alle ammissioni nei campionati – tema diventato caldo alla luce del balletto dei ricorsi sul format della B – tornasse in discussione, riteneva di averla definitivamente risolta con la proposta, condivisa peraltro con il Governo, della creazione di una Commissione ad hoc. Soluzione che avrebbe tenuto in ambito sportivo un grado di giudizio e riservato l’appello al tribunale amministrativo. In questo modo, il Coni era convinto di aver soddisfatto le aspettative governative, salvando una fetta di autonomia dello sport. Con Palazzo Chigi era stata condivisa anche la nota stampa che annunciava la creazione della commissione. Poco dopo è arrivato il ripensamento diGiorgetti e il decreto si è mangiato l’ultima fetta rimasta. Il sottosegretario «vigilante» ha ritenuto che la gravità della situazione richiedesse un intervento più forte: decisione presa, se ne riparlerà solo se Mattarella la rispedirà indietro. Due fattori hanno inciso, probabilmente: l’ennesimo rinvio (a domani) della sentenza del Tribunale federale sul format della B, che secondo fonti governative avrebbe definitivamente spazientito Giorgetti; il pressing di alcuni esponenti a cinque stelle, decisi dall’inizio a calcare la mano sulla giustizia sportiva (e sul Coni).

APPLICAZIONE IMMEDIATA? Alla fine hanno vinto loro, i falchi. Anche se il verdetto non è definitivo. Comunque non solo il decreto ha ripreso a bordo il comma sulla giustizia sportiva, ma l’ha pure appesantito. Le controversie in oggetto restano «riservate alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo–c’è scritto–ed alla competenza esclusiva del Tar del Lazio», con la precisazione che «per le stesse controversie resta esclusa ogni competenza degli organi di giustizia sportiva». Ma mentre nella prima versione la riforma governativa della giustizia sportiva doveva entrare in vigore dalla stagione 2019­20, ora «le norme si applicano anche ai processi ed alle controversie in corso», specificando che quelle attualmente «pendenti davanti agli organi di giustizia sportiva possono essere riproposte dinanzi al Tar regionale entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto». Un passaggio da chiarire, perché non si capisce se la norma possa già intervenire sulla questione ripescaggi, attualmente pendente al Tribunale federale, al Tareal Consiglio di Stato, con quattro procedimenti diversi (c’è anche l’Entella) che si intrecciano tra loro, alimentando il caos. Pro Vercelli e Ternana ne intendono aggiungere un altro, in cui vorrebbero chiedere al Consiglio di Stato, cui si sono rivolte per ottenere una sospensiva, subito una decisione nel merito, che rischierebbe di arrivare contestualmente a quella del Tfn, domani o dopodomani. Quale conterebbe di più? L’ennesimo rebus.