Siete solo al primo grado della giustizia federale e volete già un pronunciamento del tribunale amministrativo? Niente da fare, ricorso respinto. Se non sapessimo come siamo arrivati fin qui, il verdetto pronunciato ieri dalla sezione Prima Ter del Tar del Lazio non farebbe una piega, e in effetti giuridicamente il discorso torna: i ricorsi di Pro Vercelli, Ternana, Siena, Novara e Catania contro il blocco dei ripescaggi in Serie B, che hanno cristallizzato il torneo a 19 squadre, sono ancora pendenti al Tribunale federale, dinanzi al quale soltanto oggi si discuterà l’udienza (mentre è stata annullata per ovvi motivi quella fissata al Coni). E dopo il verdetto di primo grado, ci sarà un pronunciamento della Corte d’appello, e successivamente si andrà al Collegio di garanzia. E solo dopo che si sarà espressa la Cassazione dello sport–tra non meno di un mese, forse anche di più – ci si potrà rivolgere al tribunale amministrativo con la ragionevole certezza che una decisione la prenderà. Fino ad allora, vale quanto fissato ieri dal presidente Germana Panzironi: «A fronte di una tale situazione (ovvero di un giudizio ancora in itinere dinanzi agli organi della giustizia sportiva), deve ritenersi preclusa al giudice statale la possibilità di adottare una qualche decisione di natura giurisdizionale».
STORIA INFINITA Bene, ma le domande sorgono spontanee: quando finirà questa storia? Quando le cinque ricorrenti avranno la certezza di appartenere all’uno o all’altro campionato? Se vale anche il Consiglio di Stato, arriviamo a Natale. Al secondo grado della giustizia amministrativa ieri sera si è rivolta la Pro Vercelli, chiedendo la sospensione cautelare del provvedimento della Panzironi, che a sua volta aveva sospeso il provvedimento della collega Di Michele, che a sua volta aveva sospeso la dichiarazione di inammissibilità del Coni. Una storia infinita, insopportabile. Un grande, grandissimo argomento per le riflessioni amare del sottosegretario Giorgetti.
DI NUOVO FERME? E come regolarsi con le partite delle società interessate? La Lega Pro le aveva sospese, lasciando in stand by solo Entella e Viterbese. Poi ha stabilito che dovessero tornare in campo, già a partire da domani. E ora? Gravina sarà costretto a tornare nuovamente sui suoi passi? Ieri glielo hanno chiesto ufficialmente Pro Vercelli, Ternana, Siena, Novara: vogliono restare ferme fino al 9 ottobre, come l’Entella. Le quattro ricorrenti, orfane del Catania, hanno inviato una nuova istanza al sottosegretario Giorgetti, e per conoscenza al presidente della Lega Pro, «…affinché il Governo intervenga, mediante l’adozione di un provvedimento straordinario, al fine di azzerare tutti i contenziosi attualmente in essere e, conseguentemente, provvedere al reintegro di tutte le società escluse dal campionato di Serie B». Sarebbe la soluzione più semplice, brutale ma semplice: un colpo di spugna sui contenziosi passati, presenti e futuri, e tutti in campo in una B a quel punto extralarge. Possibile? Molto molto difficile. Anche perché il governo sembra più concentrato a cancellare con un tratto di penna proprio la giustizia sportiva, ma dal prossimo anno. Ora, le regole del consenso suggeriscono a Giorgetti di restare spettatore, ed evitare nel caso di un ripristino della B a 22 l’imbarazzo di dover scegliere chi tenere fuori.
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