Metti una puntata in più nella telenovela infinita dell’Entella. L’ultima (in attesa che la giustizia ordinaria metta fine a questa triste storia sportiva) è andata in scena ieri e si concluderà, in un modo o nell’altro, oggi. Già, perché dopo che la società aveva accettato a malincuore di giocare domani con il Pisa, ora sono i giocatori della squadra ligure a non voler scendere in campo. Lo sciopero è stato prima annunciato, poi solo minacciato. Ma ilrischio c’è. Ieri, proprio per questo, a Chiavari è arrivato anche il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi. Oggi l’ultima parola sarà scritta dopo un colloquio con il presidente Antonio Gozzi.
MOTIVAZIONI Ma perché, ora che la sfida con il Pisa è alle porte, i giocatori dell’Entella si impuntano? Per molti versi, infatti, la presa di posizione sembra quasi un paradosso: da due mesi (anche con richieste scritte) i giocatori chiedono di poter tornare a giocare. In realtà una motivazione esiste: perché giocare domenica se martedì il Tar si riunirà per indicare all’Entella in quale categoria giocare? Così ieri ha preso corpo l’idea: sciopero. La Lega Pro, appresa la notizia, si è subito mossa. Il segretario Francesco Ghirelli ha subito annunciato che «per i club che non scenderanno in campo, il giudice sportivo valuterà l’applicazione delle sanzioni previste». Tradotto significa 0-3 a tavolino.
L’INTERVENTO Così alle 18 Damiano Tommasi, accompagnato da Alessandro Calcagno, uno dei legali dell’Aic, è arrivato al Comunale è ha incontrato i giocatori per un’ora e mezza: «Ci siamo confrontati — ha detto Tommasi all’uscita — Mi è sembrato un gruppo maturo che desidera vedere riconosciute le proprie aspettative. I ragazzi vogliono la fine di questo tunnel e il rispetto delle regole». Serie B, dunque. Ma per ora l’Entella è in Serie C. E domani dovrebbe giocare con il Pisa. Tommasi ha ascoltato i giocatori. E alla fine ha espresso il suo parere: «Ho detto loro di parlarne con il presidente Gozzi — ha spiegato — E’ una persona che ha dimostrato in questi anni grande capacità non solo manageriale, ma anche nel ricoprire cariche all’interno del mondo del calcio. Sta portando avanti una battaglia per vedere riconosciuti i diritti della sua società. Il gesto della squadra vuole essere anche di appoggio agli sforzi che sta facendo. Ma è proprio con lui che i giocatori dovranno confrontarsi». L’ipotesi sciopero, dunque, resta. Ma oggi tornerà in discussione. Antonio Gozzi ieri era ancora negli Stati Uniti per lavoro. Rientrerà stamattina e nel primo pomeriggio incontrerà la squadra. Ipotesi? Difficile farne. Però è anche vero che il presidente suo malgrado solo due giorni fa aveva accettato l’imposizione di giocare della Federcalcio anche se in attesa del pronunciamento del Tar. Alla fine potrebbe essere questa la via che verrà percorsa. Magari mettendo in campo la rabbia di due mesi di limbo.
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