RassegnaStampa- GdS – Scontro FIGC-Lega B: Balata, un altro ricorso e Gravina lo bacchetta

A Roma, chiusi in una stanza a ragionare sul da farsi, consapevoli della gravità della decisione da prendere. A Milano, schierati come una formazione di calcio a difesa del proprio presidente, convinti di giocarsi la partita fino in fondo, anche se si è trasformata in un Everest. La distanza che l’ordinanza del Tar di mercoledì ha messo tra la Figc e la Lega di B, fino alla scorsa settimana alleate e oggi rivali, sta tutta in queste immagini. Alle 17.30, mentre a Roma, in via Allegri, Gravina lavora con alleati e legali alla convocazione di un Consiglio federale in cui si proverà a uscire insieme dalla crisi, arriva la convocazione dei cronisti al 4° piano della sede della Lega B in via Rosellini a Milano. Il presidente Mauro Balata è seduto al centro e intorno a lui, in piedi o seduti, ci sono i 19 rappresentanti delle società che hanno partecipato all’assemblea straordinaria, durata circa due ore. Balata spiega che la Lega B ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del Lazio che mercoledì ha sospeso tutti i provvedimenti presi quest’estate per fissare la B a 19, di fatto riportandola a 22.

ACCUSE La decisione, in realtà, è stata immediata. Balata ha dato mandato al legale della B Avilio Presutti di preparare il ricorso al Consiglio di Stato appena è uscita l’ordinanza del Tar. Venticinque pagine, incentrate su un concetto:aquesto punto della stagione, l’unico format sostenibile è a 19 squadre, viceversa il torneo ne avrebbe un danno irreparabile. Con questa tesi, Balata spera di ottenere dai giudici già nelle prossime ore la sospensione cautelare del provvedimento del Tar. «Abbiamo impugnato l’ordinanza del Tar dinanzi al Consiglio di Stato chiedendo di tutelare il nostro campionatoeidiritti acquisiti sul campo dalle nostre 19 associate — ha spiegato il presidente della B —. Abbiamo deciso che, qualora vi fossero eventitali da sconvolgere l’assetto del campionato, le nostre 19 associate si tuteleranno in ogni sede e contro ogni soggetto responsabile. La Figc ha deliberato questo campionato. Oggi (ieri, ndr) scopriamo che la stessa Figc non riconosce più queste delibere e che tutela soggetti non identificabili attraverso un istituto non regolamentato che si chiama ripescaggio. La B non è una figliastra». Concetto ribadito da Massimo Cellino: «Gravina sta tutelando qualcuno della Lega Pro non riconoscendo i nostri diritti».

REAZIONE Parole che hanno fatto saltare sulla sedia il presidente federale. «Chi pensa di riportare in capo a questa governance la responsabilità dell’attuale situazione sul format del campionato di Serie B, la cui gravità è sotto gli occhi di tutti, così come ben evidenziato dalle ordinanze del Tar del Lazio, ha sbagliato indirizzo. A tal proposito, ho deciso di convocare tempestivamente il Consiglio Federale (martedì 30 ottobre alle 11), unico organo statutariamente competente per decidere». La volontà del presidente federale è nota – eseguire l’ordinanza e riportare la B a 22, cercando di chiudere in fretta questa storiaccia – e si sarebbe già concretizzata in un provvedimento ufficiale se la B non si fosse rivolta autonomamente al Consiglio di Stato. Ora invece bisogna attendere il pronunciamento dei giudici amministrativi di 2° grado, con un dubbio: se respingeranno l’istanza di sospensiva della B ma fisseranno la discussione collegiale del ricorso nei prossimi giorni (l’8 novembre?), la Figc aspetterà o procederà con graduatorie e ripescaggi?

STOP Intanto, la B scende in campo («Siamo noi le vittime, fateci giocare le nostre partite», ha urlato ieri il presidente del Perugia, Santopadre), mentre la Lega Pro ha nuovamente sospeso le gare di tutte le società interessate dai giudizi pendenti: Catania, Siena, Pro Vercelli (queste tre ieri sono state respinte dalla Corte federale d’appello, che di fronte all’ordinanza del Tar ha dichiarato i ricorsi «inammissibili»), Siena, Ternana, Entella e Viterbese. La Pro Vercelli ha provato anche a riattivare il Collegio di garanzia del Coni, ma Frattini l’ha stoppata: «Irricevibile».