RassegnaStampa – GdS – Si riparte dall’inizio. Ribaltato il Tar, la B ritorna a 19. Ora palla alla Figc
Manca poco, si comincia a scorgere la luce in fondo al tunnel. Il decreto con cui ieri mattina la quinta sezione del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della Lega B, produce un effetto immediato–in attesa della camera di consiglio del 15 novembre sospende cautelarmente l’ordinanza con cui il Tar del Lazio aveva privato di efficacia tutti i provvedimenti connessi al blocco dei ripescaggi, di fatto ripristinando il format a 19 squadre –, e ne prefigura un altro, imminente: il Consiglio federale di martedì ha la facoltà di dirimere una volta per tutte questa lunga e lacerante controversia.
COMPETENZA Lo stabiliscono i giudici amministrativi di 2° grado, quando, citando la sentenza 49 del 2011 della Corte Costituzionale, scrivono nel decreto che «comunque continuano a restare immanenti all’autonomia decisionale degli organi dell’ordinamento sportivo le valutazioni di opportunità circa la congrua definizione degli assetti organizzativi dei campionati». Come dire: se il commissario straordinario era legittimato ad adottare gli atti successivamente impugnati («… non appare sussistere un sufficiente fumus boni iuris in merito all’effettivo superamento dei limiti della delega conferitagli», sostiene il Consiglio di Stato, ribaltando la versione del Tar), a maggior ragione il Consiglio federale, cioè il governo della Figc, ha il potere, anzi il dovere di definire l’assetto di un campionato. Liberamente, ma con un’avvertenza, ben indicata dal collegio: «… nel dovuto bilanciamento degli interessi contrapposti, quello generale alla sicurezza e garanzia del regolare ulteriore svolgimento dei campionati ormai già in corso allo stato permane prevalente, anche per la sua ora accentuata caratterizzazione». Tradotto: i campionati sono cominciati da un pezzo, cerca di stravolgerli il meno possibile.
RISCHI E DANNI Cosa accadrà martedì? Teoricamente, può ancora accadere di tutto. I grandi elettori di Gabriele Gravina – Lega Dilettanti, Lega Pro, Arbitri, cui poi si sono aggiunti gli Allenatori, e Calciatori,risaliti a bordo all’ultimo istante–hanno sostenuto fin dal principio il ripristino del format a 22. Ma erano in campagna elettorale ed era preminente contestare un atto del Commissario. Ora che sono al governo e sono chiamati a decidere finalmente nel merito, cosa faranno? Confermeranno l’orientamento, come ha dimostrato il presidente Gravina scaricando la Lega B ed evitando di ricorrere contro l’ordinanza del Tar? O prevarrà la realpolitik? Spaventa l’idea, suggerita al presidente dai legali – non tutti, sono divisi anche loro –, che riportare oggi la B a 22 esporrebbe la Federazione al rischio enorme di dover tornare indietro il 15 novembre, se il Consiglio di Stato decidesse anche nel merito a favore della Lega B, costringendo le tre società nel frattempo ripescate a tornare in C. Sarebbe troppo perfino per il calcio italiano. Senza contare il tema risarcimenti: meglio prepararsi a pagare i danni a cinque società (Catania, Novara, Ternana, Siena, Pro Vercelli) che a 22 (le 19 della B attuale più le tre escluse dai ripescaggi). Tra l’altro, c’è un ulteriore passaggio nel decreto del Consiglio di Stato che spinge per il format a 19 squadre, quando si definiscono «corrette le considerazioni del Tribunale federale nazionale del 1° ottobre circa la qualificazione della posizione delle società “non ripescate” in relazione al da loro auspicato “ripescaggio”». Il Tfn, in sostanza, aveva sposato la tesi che mosse il commissario Fabbricini a lasciare la B a19: il ripescaggio non è un diritto, ma una semplice facoltà.
E L’ENTELLA? Esulta Mario Balata, da uomo solo allo sbaraglio ha finito per sbaragliare il campo. È il vincitore di giornata, forse della partita. «A questo punto il presidente Gravina dovrà escludere dall’ordine del giorno del Consiglio federale il punto relativo all’ordinanza del Tar perché è superato dalla decisione del Consiglio di Stato di oggi – auspica il presidente della Lega B–. Come Lega, e i club sono dello stesso avviso, abbiamo la convinzione che se le decisioni federali dovessero essere diverse da quelle espresse dai principi giuridici, le società associate subiranno ingenti danni di cui dovranno rispondere i responsabili». Senza ripescaggi, con il campionato a 19, potrebbe avere qualche chance in più l’Entella, che gioca un’altra partita: si tornerebbe a 20 e, probabilmente, si sanerebbe un’ingiustizia. Ma il Tar non ha ancora fissato l’udienza, nonostante le sollecitazioni dei liguri, e il tempo, inesorabilmente, passa.