Benvenuto all’inferno. La sentenza del Tar trasforma subito la nuova presidenza in un Everest. Come fa intendere il suo vice Cosimo Sibilia: «Dispiaciuto per la nuova governance che la decisione del Tar sia arrivata all’indomani dell’elezione di Gravina». Già. È una beffa, per lui che da numero uno della Lega Pro si era battuto come un leone contro il provvedimento di Fabbricini. «Sbagliato, non rispetta le regole, ci farà sbattere tutti contro un muro», aveva avvisato in tempi non sospetti. Ora che si trova dall’altra parte della barricata, la patata bollente ce l’ha nelle mani e deve saperla maneggiare. Un compito delicatissimo: non può battersi contro il Tar (sconfesserebbe se stesso), né mandare allo sbaraglio la Figc. Ha il dovere di preservare l’istituzione, garantire quel che resta della regolarità dei campionati di B e C, ma non può ignorare i diritti delle società ricorrenti, proprio ora che il Tar del Lazio li ha sanciti. Come uscirne vivi?
A CHI TOCCA? Da ieri mattina i legali della Figc sono riuniti per trovare una soluzione. C’è una sola certezza, al momento: la Figc non impugnerà l’ordinanza del Tar davanti al Consiglio di Stato. Ma su chi e come deve riportare la Serie B a 22 squadre e, soprattutto, chi e come deve stabilire quali squadre andranno ripescate (al momento in lizza Pro Vercelli, Novara, Catania, Entella, Ternana e Siena), c’è ancora molta incertezza. Sul format, i giudici amministrativi hanno dato un’indicazione chiara: la questione la risolvano una volta per tutte le «autorità competenti». È un richiamo agli obblighi della Federazione. Ma chi dovrà correre ai ripari ora, il presidente del Tribunale Mastrocola con una sentenza o il presidente federale Gravina con un provvedimento che revochi quello firmato da Fabbricini e ripristini il format originale? CHI SALE? Ma la questione più imbarazzanteèsui ripescaggi. Sul punto, infatti, le indicazioni del Tar sono meno perentorie. Nel r e sping e r e l’istanza con cui la Ternana chiedeva la sospensione del pronunciamento di «improcedibilità» emesso dal Collegio di garanzia del Coni l’11 settembre — quello, per intenderci, relativo alla riammissione alla griglia dei ripescaggi di Novara e Catania, stabilita dal Tribunale federale e confermata dalla Corte d’appello — i giudici amministrativi sottolineano un particolare importante: «… non emergono profili che inducono a una ragionevole previsione sull’esito favorevole del ricorso». È una valutazione nel merito, parziale ma significativa. Indirizzerà la scelta della Figc? Ammesso che debba essere necessariamente la Federazione a operare la scelta. C’è una scuola di pensiero, infatti, secondo cui potrebbe essere richiamato in campo il Collegio di garanzia del Coni, obbligato stavolta a decidere nel merito. È la strada indicata ieri da Giorgetti. Ma è davvero percorribile?
VARIABILE Al sottosegretario sta molto a cuore l’Entella, «che più di tutti meriterebbe un posto in B». L’impressione è che con questo caso debbano ancora farci i conti tutti. Il club di Gozzi ha avuto una sentenza favorevole dal Collegio del Coni, che Figc e Lega B non hanno voluto rendere esecutiva, col pretesto che il format era ormai fissatoa19 squadre. Ma ora che quel tabù è caduto, cosa gli impedisce di rimettere i liguri al proprio posto? Il club è ancora in attesa che il Tarfissi l’udienza per discutere il suo caso, ma Gravina non può permettersi di aspettare. Come la mettiamo? Si tirano su due ripescate oltre all’Entella? O si continua a far finta che non esista? Intanto ieri la Lega Pro ha rinviato i recuperi di Serie C previsti, con Novara, Siena, Ternana e Pro Vercelli che avrebbero dovuto giocare. Hai capito la novità.
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