RassegnaStampa – Il Messaggero – Fere, rivive il mito del ’68
Il 1968 è l’anno della rivoluzione mancata. E’ l’anno della contestazione, della ribellione giovanile. Il sogno era cambiare il mondo. C’era Marx, c’era Lenin, c’era la decolonizzazione del Vietnam ma c’era anche la Ternana di Corrado Viciani, il profeta del gioco corto. Il 23 giugno del 1968, cinquant’anni fa, la Ternana pareggiando 0 a 0 a Salerno conquistò per la prima volta nella sua storia la serie B. Quella squadra passata alla storia per quel giochetto, quel “Tic e toc” (oggi lo chiamano tiki-taka) è ancora nella testa dei tifosi rossoverdi. Ai più giovani quella favola, che si concluderà qualche anno più tardi con l’approdo in serie A, è tramandata come un mito. Ma quale fu il segreto di quel gruppo passato alla storia? I RICORDI «Una grande preparazione atletica, un gioco innovativo e un gruppo di amici – racconta da Pisa il capitano Romano Marinai – io ero arrivato a Terni qualche anno prima con allenatore Caciagli, poi durante quell’estate mi telefonò Corrado Viciani che quell’anno aveva allena il Prato. Mi chiese di vederci proprio alla stazione di Prato e mi confidò che avrebbe allenato la Ternana. Mi ricordo che volle sapere tutto di quel gruppo. Poi iniziammo senza andare in ritiro. Il mister ci portava la mattina al campo scuola e facevamo, a 40 gradi di temperatura, l’Interval training, una novità in Italia. Ci fece morire quell’estate ma poi in campo non ci fermò più nessuno». Un pilastro di quella squadra fu Giacomo Vianello, lo stopper che oggi vive in provincia di Venezia. «Giocavamo bene e correvamo. Io ero mediano e Viciani mi trasformò in difensore – racconta, con il groppo in gola Vianello – a me piaceva giocare la palla, saltare l’uomo e qualche volta cercare anche il gol. Viciani per me stravedeva e io a lui ho voluto bene. Terni e i ternani mi sono rimasti nel cuore». Non lontano da Vianello, sempre in provincia di Venezia, risiede un altro baluardo di quella squadra Paolo Pandrin. «Arrivai a Terni dal Torino con Cardillo, Agroppi e De Petrini – dice Pandrin, che giocava terzino destro – ci porto l’ingegner Creonti. Mi ricordo che iniziammo con tanta diffidenza anche perché ci inserirono a sorpresa nel girone meridionale e alcuni giocatori chiesero la cessione. Io ero un difensore ma spingevo come un’ala». Sempre in difesa giocava Franco Nicolini, che racconta un aneddoto che pochi sanno. «Quell’estate il presidente Creonti convocò in sede noi più esperti. Con me c’erano Bonassin e Germano e ci chiese il nome di un bravo allenatore. Io gli dissi Viciani con il quale avevo giocato nel Genova e che aveva iniziato a fare l’allenatore». In attacco, in quella squadra, giocava Romano Sciarretta, l’avvocato. «E non mi dite che sbagliavo i gol facili e facevo quelli difficili – puntualizza, l’ex bomber rossoverde – la verità e che io ci provavo sempre. Pochi sanno che mi cercò il Milan per sostituire Sormani ma la Ternana mi dichiarò incedibile». E dulcis in fundo Franco Liquori che di quella squadra divenne il trascinatore. «E a pensare che dovevo andare alla Torres, in Sardegna. Rifiutai e mi presentai da Viciani chiedendogli di potermi allenare. Andò a finire che il mister mi fece giocare sempre, una domenica anche da terzino»