«Siamo andati a prendere un caffé per fare due chiacchiere – racconta il nuovo club manager Paolo Tagliavento – e ho scoperto il disegno che c’è dietro alla Ternana. La mia non è stata una decisione che si prende in 24 ore, ma in vari incontri successivi ho capito le intenzioni della società e non o potuto dire di no. Pur essendo per me un salto importantissimo – puntualizza -, visto tutto quello che ho seminato per raggiungere la parte dirigenziale, arbitrarialmente parlando».
A prendere il sopravvento è stato allora «l’entusiasmo di poter crescere insieme alla mia città». «Andavo allo stadio da piccolino per vedere la Ternana – ricorda Tagliavento – e mi sono allenato al Liberati nei 15 anni che ho arbitrato in serie A». E’ stata dunque una scelta dattata “dal cuore”, ma anche “da tutti i progetti importantissimi sia da parte del patron che della società”. Certo, Tagliavento – 221 partite dirette in Serie A, 28 in Champions League e 32 in Europa League – è consapevole che «quando un arbitro fa un passo del genere è irreversibile».
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