RassegnaStampa – Il Messaggero – Una commedia tragicomica finita nel peggiore dei modi
Dall’elicottero, alla resa di Vercelli. Storia di un anno disgraziato. Cominciato con l’arrivo dal cielo del nuovo patron e le ambizioni di serie A, con le foto di calici e coppe di champagne postate da tanti tifosi sui social. Unicusano che veniva a liberare Terni da 14 anni di Longarinismo. Tre allenatori: Sandro Pochesci tutto spettacolo e pochi risultati, Ferruccio Mariani poco spettacolo e niente risultati, Gigi De Canio che almeno ci ha provato ma l’aureola di santo non ce l’ha. Più un direttore sportivo silurato in primavera inoltrata. Una squadra costruita male in estate e non rinforzata in gennaio. Tanti giocatori senza l’esperienza adatta per affrontare la serie B, ma se solo si provava a dirlo o scriverlo si veniva accusati di essere destabilizzatori o gufi. E’ mancato un top-player. Non un fuoriclasse, per carità, ma uno capace di prendere in mano la squadra nei momenti più delicati. Sul campo, è stato l’anno dei paradossi: pochi risultati, tanti gol segnati (quinto migliore attacco della B con 61 reti fatte e solo Montalto ne ha marcate 20) e troppi subiti (75, molti dei quali da quei «mercenari» degli ex), un derby vinto al Curi dopo tanti anni, rimonte subite in partite saldamente in pugno, gare recuperate che parevano perse, «due pizze» al Brescia che se invece di due pizze fossero stati due punti in più sarebbe stato meglio, l’illusione di aprile prima del tracollo finale, praticamente un’utilitaria spremuta a tavoletta per tenere il passo dei macchinoni ma che dopo pochi chilometri si è fermata col motore fuso. Fino al dramma sportivo consumato ieri pomeriggio, con il decesso di unmalato già in fase terminale. Non c’è nemmeno da recriminare più di tanto sulla vittoria dell’Ascoli, visto che bastava anche un sol punto da parte della squadra bianconera per condannare comunque le Fere alla C. Le Fere, alla C, ci sono andate da sole, perdendo a Vercelli l’ultima battaglia. Il suggello ad una stagione costellata di errori, scelte che non hanno pagato, scommesse miseramente perse. Non resta che ripartire. Bandecchi a febbraio disse in poche parole: «Se ho sbagliato io, rimedierò io». De Canio ripete di aver accettato una situazione difficile perché ha visto la possibilità di creare per l’immediato futuro un progetto sportivo serio, magari per cercare di tornare su subito, nonostante si finisca in una categoria che è un vero inferno, nel quale adesso si pensa di buttare dentro pure le seconde squadre dei club di serie A. In estate, anzi già da oggi, la Ternana ha il dovere di attrezzarsi al meglio per tuffarsi in questa situazione non certo voluta dai tifosi. Poi, si vedrà in seguito se riuscirà a restituire a Terni ciò che è stato meritatamente sue negli ultimi sei campionati e che le è stato malamente scippato. La risposte sui campi di Gubbio, Mestre e Pordenone; o su quelli di Lucca, Olbia e Gorgonzola.