Ieri è stata pubblicata la sentenza del Tar del Lazio che respinge l'istanza presentata dai legali rossoverdi e delle altre squadre escluse – discussa davanti ai giudici amministrativi nell'udienza dello scorso 26 marzo -, con il ricorso principale dichiarato «improcedibile» rispetto alla domanda di annullamento degli atti impugnati. In sintesi, secondo quanto spiega uno dei legali della società rossoverde, Massimo Proietti, a detta del tribunale amministrativo «non c'è prova della perdita di chance da parte della Ternana, in quanto non ci sarebbe mai stata una graduatoria ufficiale delle eventuali squadre ripescate». «L'elevata ma mera probabilità di ripescaggio non è sufficiente – continua l'avvocato -, anche la probabilità superiore al 50% non basta, bisogna avere una possibilità vicina alla certezza.
Un ragionamento che riteniamo vada in contrasto con decisione presa dallo stesso Tar nei confronti del Catania, il cui ricorso è stato dichiarato inammissibile».
Per i giudici la società siciliana non poteva essere ripescata per gli illeciti amministrativi commessi. «Ma se è vero che la graduatoria non esiste – si chiede ancora il legale -, come mai i giudici sono stati in grado di dire che il Catania non può essere ripescato? Evidentemente gli elementi c'erano».
Ora si va al Consiglio di Stato? «Per me – conclude Proietti – i margini giuridici per un appello ci sono, ma dovranno essere i presidenti a valutarlo».
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