RassegnaStampa – Messaggero – Ternana, il Rende dopo 35 anni
Rende-Ternana. Sfida che evoca un sapore antico. Torna dopo più di 35 anni. L'ultima volta, le due squadre si affrontarono nella stagione 1983-84. Ma il precedente più clamoroso è datato 5 giugno 1983 e regalò alla Ternana una salvezza in tuffo all'ultima giornata molto simile all'impresa della squadra di Fabio Liverani del 2017. A tre giornate dalla fine, situazione compromessa. Ternana terzultima a 25 punti, a due dal terzetto Ancona – Livorno Casarano, a tre da Siena e Benevento e a cinque dalla Reggina e dallo stesso Rende (che si salverà). A quei tempi, si assegnavano ancora due punti alla vittoria e le retrocessioni erano quattro. Si veniva dallo 0-0 con il Campania e dal 4-3 sulla Casertana. A Rende si doveva vincere. E vittoria fu. E grazie alle sconfitte di Siena, Livorno e Reggina, Ternana salva. Decisero i gol di Silvio Paolucci e Claudio Lovison. Paolucci, oggi responsabile del settore giovanile della Ternana, ricorda ancora quella partita. «In verità – dice – quell'anno avevamo altri obiettivi. Dovevamo vincere il campionato. Andammo bene nelle prime due parite, ma poi alla terza perdemmo con il Pescara con un gol nel finale direttamente da calcio d'angolo. Cominciò, per noi, un periodo difficile e ci ritrovammo in bassa classifica». Fino alla fine. Tanto che quella salvezza arpionata al fotofinish sembrò un miracolo. «Noi, però, ci speravamo – dice Paolucci – e il calendario ci dette una mano, ponendoci squadre meno motivate rispetto a noi. A Rende, mi ricordo tanta tensione. Sapevamo che vincendo avremmo potuto salvarci. Scendemmo in campo determinati e giocammo una buona partita». Proprio il suo gol, probabilmente, dette l'ultima iniezione di fiducia alla squadra. «Mi arrivò – racconta – un lancio in diagonale che io incrociai col destro». Allenatore di quella Ternana era Corrado Viciani. Il maestro. «Era un grande. E' sempre stato più avanti degli altri. Ci faceva giocare corti, voleva il palleggio. Un po' come il calcio spagnolo di oggi. Già allora, applicava un certo lavoro anche a livello fisico. Il carattere? Inizialmente sembrava scorbutico, ma era un uomo buono. Pretendeva, giustamente, il rispetto e le regole».