Benvenuti a Borgo Venezia, quartiere periferico di Verona, sede della Virtus Vecomp, prossima avversaria della Ternana domenica allo Stadio Gavagnin-Nocini. Un mondo a parte dove il presidente è dal 1982 anche l'allenatore della squadra. Non a caso mister Luigi Fresco è chiamato il Ferguson d'Italia. La società è diretta emanazione di un'associazione impegnata nel sociale. Vige una sola fondamentale regola: l'antirazzismo. «Sempre dalla parte degli ultimi – racconta il presidente e allenatore – all'inizio fu un progetto sul disagio giovanile legato alla tossicodipendenza. Negli anni 90 abbiamo seguito gli sbarchi degli albanesi, durante la guerra in ex Jugoslavia abbiamo ospitato 50 famiglie e in seguito a Sarajevo abbiamo realizzato impianti sportivi. Quando poi 300 rom sono stati sgomberati qui a Verona, li abbiamo tenuti nel piazzale della nostra associazione».
Negli ultimi anni la Virtus è in prima linea per l'accoglienza dei migranti. E uno di loro, Sibi Sheikh, arrivato tra anni fa dal Gambia, è diventato il portiere della squadra.
L'articolo integrale è disponibile nell'edizione odierna de Il Messaggero.
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