Jimenez a Ternana Time: “Rimpianti con la Ternana? No, gli sono grato. Sarei tornato, ma…”
L'ex rossoverde Luis Jimenez è intervenuto in diretta ai microfoni di Ternana Time, dove ha parlato della sua esperienza nel campionato cileno, dove attualmente milita, ma anche e, soprattutto, della Ternana a cui è rimasto molto legato e, in particolare, della Ternana di Lucarelli. "Quando parlo della mia carriera, tutti credono che la Ternana mi abbia un po' frenato. Io, in realtà, non ho nulla contro la Ternana, che, anzi, mi ha lanciato nel mondo del calcio. Io, se devo parlare di qualche rimpianto, posso dire che è quello di aver incontrato Longarini. Mi è mancato il passaggio in serie A, anche se con Beretta ci siamo andati vicini. Io sarei contento di poter tornare a Terni, anche in qualche altra veste. Ho visto che la Ternana sta andando bene e sono molto contento. Il mio gol più bello con la Ternana? Direi quello con l'Ascoli, anche se, per importanza, direi quello con la Fiorentina, visto che ci giocavamo i primi posti contro la squadra da battere. Paci sta facendo bene come allenatore? Non ci avrei mai pensato (ride). Se la Ternana vince il campionato torno a festeggiare, basta che mi ospitiate, sarei tornato anche come giocatore, ci siamo parlati un paio di anni fa, ma gli extracomunitari, purtroppo, non possono venire in serie B.
Col senno di poi è semplice dire cosa avrei potuto fare. Purtroppo sono dovuto andare via dall'Italia per non avere più a che vedere con Longarini ed è stata una scelta molto dura dopo il mio ultimo anno a Cesena, ma tra Longarini ed i fratelli Montemari non si capiva niente, non rispondevano al telefono. Ho avuto qualche possibilità di tornare in Italia, mi avrebbe fatto piacere continuare in Italia, visto che, per me, il calcio italiano è il più completo del mondo, anche se oggi forse è un passo indietro rispetto ad altri campionati. Il mio ruolo preferito in campo è dietro le punte. In Italia ho dovuto imparare a giocare in altri ruoli, nel 4-4-2 largo a destra o a sinistra, a sinistra alto nel 4-3-3. Ho imparato tanto in Italia, gli allenatori lavorano molto bene sulla tattica. Anche a centrocampista centrale mi sono trovato molto bene, a Parma ho giocato lì, alla Pirlo o alla Liverani.
Futuro da allenatore? Mi piacerebbe, anche se come diceva Carlo (Mammarella) è un ruolo particolare, perché noi calciatori siamo particolari. Devi essere bravo non solo nella tattica, ma nella gestione delle persone, soprattutto quando alleni ad alto livello. So che non è semplice, ma mi piacerebbe. Prandelli mi avrebbe voluto nel suo staff un anno fa, ma gli ho detto di farmi giocare ancora un paio di anni. Mi avrebbe voluto anche dopo l'Inter, anche se c'è stata una situazione abbastanza divertente con Corvino, che disse al mio procuratore che Prandelli non voleva un giocatore come me, così, visti gli strani rapporti, abbiamo lasciato perdere".