Alberto Brignoli alla Juventus è stata l'operazione che ha inorgoglito tutta la Ternana ed in particolare colui che lo ha scoperto. Parliamo di Davide Quironi, ex preparatore dei portieri ai tempi di Toscano e attuale preparatore dei portieri della primavera, che per primo ha visto in Alberto Brignoli un grande potenziale ed un talento come pochi. Proprio per questo motivo ci siamo fatti raccontare da Quironi le varie fasi della crescita di Brignoli, partendo da Lumezzane per finire alla Juventus:
Quironi, Brignoli va alla Juve…
"La cessione di Alberto Brignoli alla Juventus dopo tre anni alla Ternana non è una casualità ma frutto di una programmazione e organizzazione dettata dal direttore Vittorio Cozzella ed eseguita da me. La società circa quattro anni fa decise di puntare su giovani portieri provenienti dalla Serie C e dal campionato Dilettanti. Per questo motivo il primo anno è arrivato Brignoli, il secondo Sala ed il terzo Gava. Dato che mi occupo dell’intero settore giovanile coordinando tutti i preparatori dei portieri e seguendo una metodologia ben precisa, monitoriamo tutti i settori giovani e da li abbiamo preso i vari Marricchi classe nazionale Under 16, Alex, Pernini, Tamburelli, tutti portieri di sicuro avvenire"
Facendo un passo indietro, come è arrivato Brignoli alla Ternana?
"E’ maggio del 2012 quando vengo chiamato in sede dal direttore Cozzella e mi dice di visionare Brignoli in DVD. Dopo aver visionato più di 10 DVD decido di andare dieci giorni a Lumezzane per vederlo in allenamento ed i suoi comportamenti fuori dal campo. Fatto tutto ciò, nella mia relazione scrivo che è da prendere subito. Mi colpisce il suo modo di stare in porta e il suo atteggiamento".
Puoi quindi dire che tutto è andato in discesa, ho hai incontrato delle difficoltà?
"Non è stato per niente facile. Le qualità di Brignoli erano indiscutibili, però fisicamente aveva bisogno di un gran lavoro e tatticamente doveva migliorare molto. Gli mancava la situazione di gioco. Prendemmo Brignoli e come avevamo pensato con Cozzella i primi mesi per Alberto sono stati duri. Da un peso di 75 kg arrivò a novembre a pesare 81.5 kg. Fece 20 partite alla grande e più di una squadra di Serie A si mosse, ma la Ternana l’anno dopo lo volle tenere per un programma ambizioso. Ora che ha giocato più di 80 partite in B è pronto per il grande salto. Per noi tutti è una grande gioia, anche perché a credere in lui eravamo in pochi, solo io e Cozzella".
Adesso che è stato ceduto, cosa cambia alla Ternana?
"Ora andiamo avanti con Sala, Marricchi e gli altri. Il lavoro fatto su Brignoli i primi anni è stato di struttura fisica e un lavoro maniacale situazionale, reattivo e l’atteggiamento sull’uscita alta e bassa. Passavamo ore ed ore davanti al computer a rivedere i nostri allenamenti e partite. Studiavamo gli attaccanti nei minimi particolari. Il merito va a lui che si è messo sempre a disposizione con il massimo impegno. Ma il merito va anche a Mauro Rosin e Nadir Brocchi che nel corso degli anni nelle giovanili hanno fatto un grande lavoro tecnico".
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