No, ROBERTO BAGGIO non lo vogliamo | Offerta rifiutata: ANNUNCIO SCIOCCANTE IN SERIE A

Baggio costretto a fare i conti con un rifiuto inaspettato (Lapresse - Ternana News)
Amato e idolatrato da tutti, Roberto Baggio è stato costretto a fare i conti con un rifiuto davvero inatteso.
Roberto Baggio è stato uno dei calciatori più forti della storia del calcio mondiale. Ancora oggi, a distanza ormai di anni e anni dal suo ritiro, il Divin Codino viene ricordato come uno dei talenti più puri di sempre.
Il fenomeno di Caldogno ha giocato nelle più forti squadre italiane di sempre: dalla Juventus, con cui ha vinto il Pallone d’Oro, al Milan e all’Inter. Ma Roberto Baggio ha fatto innamorare un po’ tutti: dai tifosi del Bologna a quelli di Brescia, compresi quelli di Fiorentina e Vicenza. Altre squadre dove ha giocato.
Roberto Baggio è stato il campione di tutti, un fenomeno amato e idolatrato da tutti gli appassionati calcistici (anche delle squadre rivalei rispetto a quelle dove giocava al momento) italiani e stranieri.
Baggio inoltre è stato per un decennio anche il simbolo delle Nazionale azzurra: il suo calcio di rigore sbagliato contro il Brasile nella finale di Coppa del Mondo del 1994 è stata una delle pagine calcistiche più tragiche della storia del calcio italiano.
Il gran rifiuto
Eppure, nonostante tutto questo, non tutti – almeno inizialmente – sono riusciti ad “amare” e apprezzare Roberto Baggio. Molto spesso infatti il calciatore si è ritrovato a dover fare i conti con dei vincoli tattici che ne hanno offuscato il suo talento.
Negli anni in cui lui era uno dei più forti calciatori al mondo, infatti, il modulo di riferimento nel calcio italiano e mondiale era il 4-4-2: un sistema di gioco che rendeva la vita dura ai fantasisti, costretti ad adattarsi nel ruolo di seconda punta o peggio ancora di esterno di centrocampo. Ed è proprio per un “problema” di natura tattica che Roberto Baggio non si trasferì al Parma nell’estate del 1996: a non volerlo fu l’allenatore del tempo, un giovanissimo Carlo Ancelotti. Incredibile ma vero.

Ammissione di colpa
A spiegare il motivi del rifiuto e a fare mea culpa per il grave errore è stato direttamente Carlo Ancelotti, divenuto poi negli anni uno degli allenatori più bravi e vincenti della storia del calcio. “Roberto voleva giocare trequartista, in quel periodo non volevo cambiare sistema, avevo un 4-4-2 con Crespo e Chiesa. Ero un talebano, sono gli errori di gioventù. Quando non hai una conoscenza tanto ampia di quello che stai facendo ti fissi con quello che sai, per l’esperienza avuta da giocatore e assistente il 4-4-2 riuscivo a spiegarlo bene”, le ammissioni di Ancelotti durante il podcast Larmandillo, sui canali della RSI.
Ancelotti che poi con il passare degli anni ha rivisto le sue idee: “Ho avuto il timore di non esser capace di spiegare un altro tipo di sistema. Quell’esperienza mi ha cambiato molto, da quando sono andato alla Juventus e c’era Zidane ho capito che la cosa più importante sono le caratteristiche dei giocatori che hai. Non puoi metter la stessa idea quando hai caratteristiche diverse”.