Ezio Brevi, nome in codice: The Wall
Sul finire del millennio la Ternana era riuscita a tornare, nel breve volgere di pochissimi anni, nel campionato che probabilmente più gli appartiene, la serie B, dopo l’amara vicenda del fallimento societario della gestione Gelfusa, con conseguente radiazione e ripartenza dalla serie D. Nella stagione 1996-’97, con Mister Del Neri, si era assicurata la vittoria del campionato di serie C2, e si apprestava quindi a partecipare a quello di C1 nell’anno successivo.
E proprio nella stagione 1997-’98 arriva in rossoverde un giocatore che riuscirà a conquistare, per le sue qualità tecniche ed umane, la stima di un’intera tifoseria, arrivando successivamente anche a ricoprire il ruolo di capitano della squadra. Il suo nome è Ezio Brevi.
Brevi nasce a Roma il 20-01-1970 e cresce calcisticamente nella società del Trezzano sul Naviglio, nel ruolo di centrocampista (mediano incontrista). Arriva al calcio professionistico vestendo la maglia della Pro Sesto in C1, poi quelle di Fiorenzuola e Triestina. Vestirà la maglia delle Fere, la prima volta, nell’estate del 1997, quando la Ternana si accingeva a partecipare al campionato di serie C1, dopo che nella stagione precedente aveva vinto il campionato di C2. Rimarrà per due stagioni, dopo aver vinto un campionato e aver portato la squadra rossoverde in serie B prima, e aver contribuito alla sua salvezza nella stagione successiva. Dopodiché si trasferirà alla Reggina, dove farà l’esordio in serie A. Tornerà alla Ternana, proveniente dal Genoa, nel mercato di riparazione del Gennaio 2002, partecipando alla parte finale di quel campionato e ai due successivi, tutti di serie B. Nella stagione 2004-’05 farà ritorno al Genoa, e successivamente vestirà le maglie di Catania, Siena, Venezia e Como, dove avrà la possibilità di tornare a giocare, così come era accaduto ad inizio carriera, insieme al fratello Oscar.
Al termine della stagione 2009-’10, deciderà di chiudere la carriera di calciatore, rimanendo nel mondo del calcio, passando al ruolo di allenatore. E con questo nuovo incarico, siederà sulla panchina dello Sporting Terni e della Voluntas Spoleto.
Oggi Brevi vive a Spoleto e continua a vivere nel mondo del calcio, essendo il responsabile tecnico della neo-Società dello Spoleto 2015 (scuola calcio), affiliata alla Voluntas Spoleto.
Come cominciò, da bambino, a tirare calci ad un pallone?
"Un po’ come tutti i bambini, giocando con gli amici all’oratorio o nei campetti di periferia, grazie anche a mio padre che era spesso l’organizzatore di queste intense partite".
Nasce a Roma e cresce calcisticamente in squadre lombarde. Quali furono i motivi di questa, che possiamo definire, “stranezza”?
"Il motivo è che la mia famiglia è originaria del bergamasco, però per motivi di lavoro di mio padre, ci eravamo trasferiti nella capitale. Quindi sono nato a Roma ma all’età di solo 18 mesi ci siamo trasferiti ancora, questa volta nell’hinterland Milanese".
Arrivò a Terni nell’estate del 1997, proveniente dalla Triestina. Una sua scelta?
"L’anno precedente giocavo nella Triestina, avversaria della Ternana, e fui notato da Mister Del Neri e dal D.S. Osti. Quindi la Ternana mi acquistò per una loro scelta tecnica".
Quando arrivò a Terni, era una città che già conosceva o era la prima volta che ci metteva piede? Che impressione le fece?
"Conoscevo Terni solo di nome, visto che spesso mio padre, che ci veniva per motivi di lavoro, me ne parlava. Sapevo quindi che era la città dell’Acciaieria, ma quando sono arrivato in Umbria sono rimasto colpito dalla bellezza del paesaggio e delle sue città d’arte. Purtroppo Terni, a causa della sua storia durante la seconda guerra mondiale, è un po’ atipica rispetto al resto della regione, però anche in questo caso, si trovano luoghi affascinanti nei suoi più immediati dintorni.
Mi sono innamorato, fin dai primi giorni, di queste caratteristiche".
Chi conosceva dei suoi nuovi compagni di squadra?
"Conoscevo Borgobello perché facevamo entrambi parte della Nazionale Dilettanti di Berrettini. Avrei dovuto partecipare alle Universiadi in Canada, ma la Pro Sesto con cui ero tesserato, non mi permise di andare".
Alla guida di quella squadra venne chiamato Mister Del Neri. Aveva la fama di un “sergente di ferro”. Che rapporto fu tra il Mister e il calciatore-Brevi?
"Dico subito che è stato il mio allenatore preferito nella mia carriera professionale. Sicuramente un grande maestro. Seguendo i suoi consigli e facendo quello che mi chiedeva, mi ha fatto crescere notevolmente.
E’ vero che fosse molto esigente, ma lui mi ha fatto conoscere un tipo di calcio che non conoscevo ancora, dove l’organizzazione di gioco era molto importante".
Al suo primo anno in rossoverde, subito una promozione. Cosa le rimane nei ricordi di quella stagione, finita con la vittoria nello spareggio play-off di Ancona, contro la Nocerina (1-0, il 14-06-1998)?
"Sicuramente l’esperienza professionale più importante della mia carriera. Un po’ come in amore: “il primo amore non si dimentica mai!”. Una cornice di pubblico incredibile colorava buona parte dello stadio anconetano, con un tifo continuo. Indimenticabile!
Purtroppo quell’epilogo felice di Ancona ebbe anche un lato tragico con l’incidente stradale dove perirono alcuni tifosi rossoverdi".
Una stagione ricca di soddisfazione, visto che realizzò anche cinque goal. Quale ricorda con maggiore soddisfazione?
(N.B.: 26-10-1997: Ternana-Battipagliese 2-0; 16-11-1997: Ternana-Ischia 2-0; 23-11-1997: Fermana-Ternana 2-2, doppietta; 28-12-1997: Savoia-Ternana 1-1)
"Sicuramente la doppietta contro la Fermana, visto che era la mia prima in carriera. Però il più bello in assoluto fu quello realizzato di testa contro il Savoia al San Paolo di Napoli. Un gesto atletico che non sempre riesce facilmente".
Nella stagione successiva arriverà in panchina Mister Cuccureddu, e dopo il suo esonero, Guerini. Che rapporto ebbe con loro?
"Cuccureddu non ebbi molte possibilità di conoscerlo, visto che in quella stagione io fui fermato alla visita pre-campionato a causa di un problema cardiaco. Dovetti rimanere fermo per quattro mesi e quando a Gennaio rientrai in squadra lui era stato già esonerato. Guerini invece era un allenatore che le cose che aveva da dire te le diceva spesso con impeto e per questo mi è capitato anche di litigarci, però era una persona rispettabile. Sicuramente molto determinato. Ad un certo punto di quella stagione si impose nel far giocare la formazione che aveva vinto la serie C l’anno precedente, e fu anche grazie a questa sua decisione che noi ci salvammo, pur se all’ultima giornata (13-06-1999: Ternana-Andria 2-1)".
Al termine di quella stagione lei viene ceduto alla Reggina, in serie A. Immagino che, giustamente, non ci fu dispiacere nella scelta di lasciare la Ternana.
"Mi dispiaceva da una parte lasciare la Ternana, a cui dovevo molto, però è ovvio che la soddisfazione professionale era grande. Arrivavo in serie A sulla soglia dei miei 30 anni, e questo per me è stato sempre un handicap, visto che le mie tappe importanti sono sempre arrivate in un’età da “ultimo treno”. Accettai un contratto con una cifra minore rispetto a quello che prendevo alla Ternana".
Ma nel Gennaio del 2002 lei fa ritorno in casacca rossoverde, dove rimarrà per due anni e mezzo. Cosa era accaduto?
"Venni contattato dalla Ternana che mi fece un contratto molto soddisfacente. La Società aveva appena ingaggiato Mister Bolchi, visto che viveva un momento di grossa difficoltà, con una classifica altamente deficitaria. Facemmo un girone di ritorno stratosferico ed arrivammo ad un passo dalla salvezza, che però sfumò nell’ultima partita di Bari (2-1, il 02-06-2002), con una sconfitta che ancora grida vendetta, contro una squadra che non aveva più nulla da chiedere al campionato, ma che nonostante questo giocò quella partita con il coltello tra i denti".
Nelle due stagioni successive, con Beretta e Bolchi, la Ternana ottenne in entrambi i campionati un buon settimo posto. Però la stagione 2003-’04 rimarrà nella storia rossoverde come quella della “grande delusione”. Infatti quell’anno erano previste cinque promozioni ed uno spareggio con una formazione di serie A. Dopo la prima metà campionato esaltante, la settima posizione finale rappresentò una vera e propria beffa. Ci racconta cosa accadde veramente in quel finale di stagione?
"La verità fu che ad un certo punto della stagione ci sentimmo abbandonati dalla Società. Ci dissero che c’erano delle difficoltà economiche e che se non si fosse venduto Jimenez non ci sarebbe stata la possibilità di pagare i nostri stipendi. A quel punto, tra noi, ci fu una delusione grandissima che ci portò probabilmente ad una demoralizzazione, che accompagnata ad una flessione fisica causò il crollo della squadra.
Escludo però categoricamente l’ipotesi che noi giocatori mollammo volontariamente, o peggio ancora, che ci vendemmo le partite!".
Dopo quella disgraziata stagione lei lascia nuovamente la Ternana per tornare al Genoa in serie B, dove vivrà un’altra esperienza incredibile (vittoria del campionato e retrocessione per illecito sportivo). Una decisione, quella di lasciare le Fere, figlia degli episodi della stagione appena conclusa?
"No. Io sarei voluto rimanere ed avrei accettato dalla Ternana anche un contratto con una cifra minore, per quanto ero legato ormai alla Società, ai tifosi ed alla città intera, anche per un debito di riconoscenza nei confronti dell’intero ambiente. Però il D.S. Mascella non mi fece nessuna proposta, e quando il Genoa mi contattò e mi propose un contratto non potei rifiutare".
In quelle quattro stagioni rossoverdi, chi furono i suoi amici tra i suoi colleghi?
"Sicuramente Fabris e Borgobello. Un’amicizia vera che continua ancora oggi, visto che ci sentiamo spesso e a volte ci frequentiamo".
Qual è stato il momento più esaltante e quello più brutto della sua esperienza quadriennale con le Fere?
"Come dicevo precedentemente, la gioia più grande è stata quella della vittoria di Ancona, nei play-off contro la Nocerina. La prima vittoria, indimenticabile, della mia carriera, con un calcio vero e ricco di sensazioni positive. In una parola sola: esaltante!
La delusione più grande senz’altro il giorno della sconfitta di Bari, con una retrocessione sul campo che nessuno pensava possibile".
Lei oggi vive a Spoleto, a due passi dalla nostra città. Che ricordo ha di Terni e dell’ambiente rossoverde?
"Ho sempre provato un grandissimo rispetto per l’ambiente rossoverde. Nella città si respirava l’amore immenso nei confronti della squadra, con un attaccamento che aveva quasi dell’inverosimile. In questa passione dei tifosi rossoverdi si sentiva il loro attaccamento, che andava anche aldilà del calcio. Un popolo che “spingeva” in maniera incredibile la propria squadra.
Ricordo che ci furono anche dei miei colleghi, come Cucciari e Sterchele, che pur venendo da realtà anche più importanti, rimasero letteralmente impressionati da questo aspetto".
Lei oggi ha intrapreso la carriera di allenatore. Secondo il suo parere, come si conquista il rispetto di uno spogliatoio?
"Ho allenato quattro anni e mezzo in serie D e devo dire che c’è una differenza enorme tra il ruolo di giocatore e quello di allenatore. Non è facile dover gestire 25 persone, sia sotto l’aspetto tecnico che umano, ma lo si deve fare con professionalità e con moralità. Se lo si fa con queste caratteristiche il gruppo lo capisce e così viene stimolato a dare tutto sul campo".
In conclusione, una curiosità che esula dal calcio.
Per le sue caratteristiche tecniche di combattente instancabile sul campo, venne anche denominato “The Wall”. Forse saprà che questo è anche il titolo di un celebre album dei Pink Floyd. Ma quello che lei forse non sa, è che c’è una sua incredibile somiglianza fisica proprio con un componente di questa band, Roger Waters. Se lo era mai sentito dire?
"Sinceramente no, anche se sono andato a documentarmi in internet ed ho costatato che in effetti qualcosa di vero c’è.
A proposito però del soprannome affibbiatomi, devo dire che la mia conformazione fisica mi ha aiutato tantissimo nella mia carriera".
La carriera di Brevi in rossoverde:
1997-98 (Serie C1): Presenze in campionato: 35, Goal realizzati: 5 Presenze in Coppa Italia: 5, Goal realizzati: 0
1998-99 (Serie B): Presenze in campionato: 14, Goal realizzati: 0 Presenze in Coppa Italia: 2, Goal realizzati: 0
2001-02 (Gennaio 2002) (Serie B): Presenze in campionato: 15, Goal realizzati: 1 Presenze in Coppa Italia: 0, Goal realizzati: 0
2002-03 (Serie B): Presenze in campionato: 30, Goal realizzati: 4Presenze in Coppa Italia: 4, Goal realizzati: 2
2003-04 (Serie B): Presenze in campionato: 36, Goal realizzati: 2 Presenze in Coppa Italia: 1, Goal realizzati: 0
La carriera di Ezio Brevi (da giocatore):
1989-90: Trezzano sul Naviglio (dilettanti)
1990-93: Corsico (dilettanti)
1993-95: Pro Sesto (C1)
1995-96: Fiorenzuola (serie C1)
1996-97: Triestina (serie C2)
1997-99: Ternana (serie C1-B)
1999-01: Reggina (serie A)
2001-02: Genoa (serie B)
2002-04: Ternana (serie B)
2004-05: Genoa (serie B)
2005-06: Catania (serie B)
2006-07: Siena (serie A)
2007-08: Venezia (serie )
2008-10: Como (serie C1-B)
(da allenatore):
2010-‘11: Sporting Terni (serie D)
2011-‘15: Voluntas Spoleto (serie D)
Marco Barcarotti
Visitate il sito www.memorierossoverdi.it: filmati d’epoca, foto, articoli, poesie, collezioni di figurine, biglietti, gadgets, ecc. sulla storia Ternana.