Incontro con un ex-rossoverde: Riccardo Zampagna
Crescere con la squadra della propria città nel cuore, frequentare la Curva Est del Liberati dove ci sono i tifosi più appassionati e poi ritrovarsi a vestire quella maglia tanto amata. Alzi la mano chi non ha mai sognato nella propria vita una cosa del genere? Purtroppo nella maggior parte dei casi il sogno rimane tale, eppure per qualcuno, negli anni recenti, tutto ciò si è avverato. Il suo nome? Fin troppo semplice per chi segue da anni le sorti delle Fere: Riccardo Zampagna.
Zampagna nasce a Terni il 15-11-1974 e cresce, nel ruolo di attaccante, nelle giovanili della Virgilio Maroso, mitica società del quartiere Borgo Rivo di Terni, dove lui viveva.
E’ nelle fila dell’Amerina però che comincia a mettersi in evidenza a suon di goal, al punto che viene notato dagli osservatori della Pontevecchio, società di serie D del capoluogo umbro, dove si trasferirà nella stagione1996-’97.
Da questo momento in poi la carriera di Zampagna è un susseguirsi di successi, in un crescendo che lo porterà dalla C2 fino alla serie A, passando anche, per poche partite di Coppa Intertoto, a vestire la maglia della “non tanto amata” (da verace ternano) Perugia, anche se però non riuscirà a fare l’esordio in serie A con la maglia biancorossa. Successivamente riuscirà a realizzare il suo sogno, anche se solo per una stagione, di vestire la maglia della sua amatissima Ternana.
Era quella la stagione 2003-’04, alla guida di quella squadra, che per metà stagione fece sognare i tifosi rossoverdi, c’era Mister Beretta, sostituito verso la fine del campionato da Mister Bolchi.
Una stagione di serie B quella del tutto anomala, contrassegnata da un regolamento particolare, con cinque promozioni dirette in serie A e con la sesta che avrebbe effettuato lo spareggio con la quart’ultima di serie A. La formazione rossoverde per tutto il girone di andata sostò regolarmente nelle prime posizioni, poi però, ad un certo punto qualcosa si inceppò. I risultati cominciarono a mancare e la posizione in classifica ne risentì profondamente, fino ad arrivare al termine del campionato con la Ternana piazzata nella posizione-beffa di settima classificata, ad una sola posizione quindi dallo spareggio-promozione. Spareggio che invece andò a disputare la Fiorentina contro il Perugia.
E’ facile immaginare che se fosse stata la Ternana a disputare tale spareggio, proprio contro i “cugini” biancorossi, quella partita, aldilà del risultato finale, sarebbe risultata una pietra miliare della storia rossoverde!
Purtroppo però le cose andarono come andarono e Zampagna nell’estate immediatamente successiva lasciò la casacca delle Fere per fare ritorno al Messina, società che si aggiudicò alle buste il suo cartellino e che era appena stata promossa in serie A. Con la maglia della società siciliana farà quindi finalmente il suo esordio in serie A, confermandosi come un bomber di razza anche nella massima serie, facendolo successivamente arrivare in un’altra società di serie A dalla storia importante: l’Atalanta, dove rimarrà per due stagioni e mezza.
La carriera proseguirà poi in serie B con Vicenza e Sassuolo per terminare nella Carrarese, dove però, dopo pochi mesi deciderà, quasi inaspettatamente, di appendere le scarpette al classico chiodo.
Dopo qualche stagione dove, per divertimento ed impegno sociale, Zampagna gioca nei campionati UISP con l’Associazione “Primidellastrada”, nell’estate del 2013 inizia la carriera di allenatore con la formazione del Macchie.
Oggi Zampagna, che continua a vivere nella nostra città ed ha ceduto recentemente la sua attività commerciale, ha conseguito il patentino di allenatore di serie C ed ha aperto una scuola calcio nella nostra città.
1) Cominciamo da lontano: che bambino era Riccardo nei confronti dei suoi genitori?
Ero un bambino abbastanza irrequieto, anche se mai con troppi eccessi, ed il calcio ha rappresentato sicuramente la mia valvola di sfogo.
Devo dire che, probabilmente, se non fosse stato per loro io non avrei giocato a calcio e non sarei di conseguenza arrivato ai livelli che sono arrivato.
Mio padre era una persona abbastanza taciturna e schiva e raramente parlavamo di questa mia passione, mentre mia madre è stata sempre quella che ha creduto in me e nelle mie qualità per quanto riguarda il calcio. Se a volte non avevo voglia di andare agli allenamenti, era lei a costringermi.
Alla fine, con il senno di poi, c’è da dire che ha avuto ragione lei!
2) Qual è il ricordo più lontano che ha in rapporto ad un pallone?
Ricordo che ho sempre amato il pallone, fin da quando ero molto piccolo. Stavo sempre con il pallone tra i piedi, appena avevo un momento libero, e ci giocavo anche quando non potevo andare all’aria aperta, magari nella mia cameretta o nella sala di casa. Poi ovviamente con gli amici, in strada, fino a quando all’età di sei anni sono andato alla Maroso di Mister Tacconelli, dove ho iniziato ad allenarmi, anche se ancora, a causa della mia giovane età, non potevo giocare in partite ufficiali.
3) Arriva alla Ternana nell’estate del 2003, proveniente dal Messina. I retroscena di questo trasferimento?
Per me, come credo per tutti i ternani, vestire la maglia delle Fere era un sogno fin da bambino, però pensavo fosse irrealizzabile. E’ per questo motivo che io non ho “spinto” molto per venire a giocare nella Ternana. Il Messina, proprietaria del mio cartellino, era in una fase di cambiamento societario ed i nuovi dirigenti, nonostante i miei 19 goal della stagione di serie B appena conclusa, non è che mi vedessero molto.
Quando mi è stata prospettata l’ipotesi di essere ceduto alla squadra della mia città non c’ho pensato nemmeno un attimo per accettare. Era un sogno che si realizzava!
4) Ricorda il suo esordio al Liberati in campionato (Ternana-Hellas Verona 2-0, il 08-10-2003) e le emozioni provate nell’indossare appunto la maglia della squadra della propria città?
Ricordo una grande emozione quando al 22° ho realizzato il secondo goal e sono andato ad esultare sotto la Curva Nord, dove c’era lo striscione dedicato all’amico Daniele Cavalli, scomparso poco tempo prima.
Mi emoziono ancora oggi al solo ricordo di quel giorno! Io che mi emoziono anche solo ad entrare sugli spalti del Liberati, figuriamoci cosa può aver significato realizzare quel primo goal con la maglia rossoverde!
5) Allenatore di quella Ternana era Mister Beretta. Che allenatore è stato per Zampagna?
E’ stato un rapporto abbastanza altalenante, con momenti di alti e bassi, e devo dire che sinceramente non mi sono mai sentito un “suo” giocatore sotto l’aspetto dei rapporti umani.
Anche dal punto di vista professionale c’è stato anche un periodo della stagione, che pur essendo capocannoniere della serie B, mi teneva regolarmente in panchina. Ho ancora l’amarezza, ad esempio, per non essere potuto scendere in campo nella partita contro i viola (Ternana-Fiorentina 3-2, il 09-11-2003), pochi giorni prima del mio compleanno.
6) La prima parte della stagione vide la Ternana sempre tra le prime posizioni. Quale era il suo pensiero all’idea di poter riportare le Fere in serie A dopo 30 anni?
Forse a quest’ora al posto della Fontana di Piazza Tacito ci sarebbe stata la statua di Riccardo Zampagna! (ride)
Ovviamente sto scherzando ma solo a pensarci ad una cosa del genere c’è da andare fuori di testa! Un’emozione che avrei voluto vivere piuttosto che sognare!
7) Ad un certo punto della stagione però successe qualcosa che la portò a fare delle dichiarazioni in quel momento inaspettate. A distanza di tutti questi anni i tifosi ancora si chiedono cosa successe. Ce lo può dire lei?
La squadra ad un certo punto ha cominciato a perdere colpi sotto tutti gli aspetti: tattico, tecnico, fisico, ecc. ma soprattutto è venuta a mancare la Società, con gli stipendi che non arrivavano più regolarmente. Per un calciatore, anche se il calcio è il più bel gioco che esiste al mondo, è pur sempre un lavoro ed è stato in quel momento che molti miei compagni hanno perso le certezze che avevano prima. Io con quelle dichiarazioni ho provato a dare una scossa a tutto l’ambiente ma i risultati non sono stati sicuramente quelli che io speravo!
Avrei potuto far finta di niente? Forse si, ma il mio modo di essere non me lo avrebbe mai permesso, figuriamoci nella mia città!
8) In seguito a questo frangente cominciarono ad arrivare alcuni risultati negativi (6 punti in 13 partite) che fecero scivolare la Ternana indietro nella classifica e che portarono anche all’esonero di Mister Beretta. Secondo lei fu la conseguenza di quella “situazione particolare”?
Nel calcio la regola non scritta, quando i risultati non arrivano, è che a pagare sia sempre l’allenatore. Ma i motivi li ho appena descritti nella domanda precedente.
9) Lei realizzò la bellezza di 21 goal in 41 partite (una media di un goal ogni due gare giocate). Quale ricorda con più orgoglio?
Per il gesto tecnico (sforbiciata del genere “bicicletta”) sicuramente il goal che feci nella partita contro il Treviso (Ternana-Treviso 3-2, il 23-11-2003).
Dal punto di vista emotivo, oltre al goal descritto prima contro l’Hellas Verona, anche il goal contro il Palermo (Ternana-Palermo 1-1, il 23-02-2004) realizzato sotto la curva Est, seguito dalla mia corsa verso quella curva per me mitica fin da quando la frequentavo da ragazzino, dove mi sono arrampicato sulla vetrata divisoria per esultare con i tifosi e dove mi sono trovato davanti, tra i tantissimi, anche mio cugino che piangeva di gioia.
10) Come abbiamo ricordato, a dieci partite dalla fine del campionato Mister Beretta venne sostituito da Mister Bolchi. Che rapporto aveva con il nuovo mister?
Un grande Signore ed un grande tecnico! Una persona veramente eccezionale. Ho avuto un ottimo rapporto con lui.
Era stato il mio mister anche nella stagione precedente a Messina dove, onestamente, non ci eravamo lasciati in buoni rapporti per via di un battibecco, abbastanza stupido comunque, che avevamo avuto. Nonostante questo, quando è arrivato il primo giorno nello spogliatoio del Liberati, la prima persona che è venuto a salutare è stato il sottoscritto.
Al suo arrivo non ha stravolto il modo di lavorare della squadra ed i risultati sono subito arrivati, anche se probabilmente era troppo tardi.
Ricordo che per festeggiare una vittoria mi chiese di organizzare una cena per tutta la squadra, staff tecnico e dirigenziale compreso.
Quella sera spese 5.000 €! Non è che fosse così usuale nel mondo del calcio. Un vero signore!
11) Al termine del torneo la Ternana si piazzò in settima posizione alle spalle della Fiorentina che andò per questo a disputare lo spareggio contro il Perugia, piazzatosi quint’ultimo in serie A. Riesce a descriverci la delusione di quel momento?
Per quella delusione fui costretto a curarmi per un’ulcera gastrica nei mesi successivi! Questo la dice lunga.
12) Le capita mai di sognare alla mancata occasione di giocare uno spareggio promozione per la serie A contro gli “amati” cugini del Perugia?
Forse, ragionando a mente fredda, è stato meglio per me non aver potuto giocare un derby di quella importanza perché sono sicuro che con il mio carattere non sarei riuscito a rimanere in campo più di cinque minuti!
A Bergamo mi è capitato di segnare un goal nel derby contro il Brescia che ha determinato la loro retrocessione in serie B, però a Terni…mi vengono i brividi al solo pensiero di una cosa del genere!
13) Dopo quella disgraziata stagione lei lascia la Ternana per tornare al Messina che vinse alle buste la comproprietà. Ci vuole raccontare quali furono le dinamiche di tale scellerata operazione di mercato?
Partiamo con il dire che nelle due stagioni precedenti avevo realizzato quasi 40 goal in serie B e quindi se la Ternana avesse avuto l’idea di programmare veramente per la stagione successiva avrebbe dovuto, secondo me, fare del tutto per trattenermi. Alle buste invece la Ternana offrì 600.000 € mentre il Messina 625.000.
Io provai in tutte le maniere, fin dal primo giorno del mio arrivo in ritiro del Messina, a convincere il Presidente giallorosso a cedermi, facendomi anche prendere per pazzo visto che avrei rinunciato alla serie A e ad un contratto più vantaggioso.
Ad un certo punto mi chiamò il “povero” Taddei e al colloquio successivo con i dirigenti di allora della Ternana gli proposi di fare un contratto di 250.000 € a stagione per cinque stagioni, quando a Messina ne prendevo 500.000 € per tre stagioni. La mia idea era quella di chiudere la carriera con la maglia che amo ma mi venne risposto che non era accettabile una proposta del genere.
A quel punto non mi rimase altro da fare che tornare al Messina.
14) Considerando che lasciava la squadra che tifava fin da bambino per fare però l’esordio in serie A, il trasferimento lo considerò comunque positivamente?
Da un punto di vista professionale sicuramente si. Però, come detto, in serie A ci sarei voluto arrivare con la maglia della Ternana, per me e per la tifoseria della mia città.
15) Qual è il momento della sua stagione in rossoverde che ricorda con più piacere? Ed il più brutto?
Il momento più brutto sicuramente quando ho capito che si era rotto qualcosa e non saremmo potuti arrivare dove avremmo voluto arrivare: la serie A!
Il momento più bello ed importante per me è stato quando, con l’inizio della stagione, ho cominciato a realizzare i goal che mi venivano richiesti dalla tifoseria e così facendo ho “convinto” anche il tifoso più scettico nei miei confronti.
16) Con chi instaurò, tra i suoi ex-compagni, l’amicizia più importante nel suo anno in rossoverde?
Non c’è qualcuno in particolare perché io ero un amico un po’ con tutti i miei compagni di squadra, anche perché capivo l’importanza di questo aspetto per ottenere i risultati sul campo. Noi ci frequentavamo spesso anche al di fuori dello spogliatoio e questo credo sia uno degli aspetti fondamentali per ottenere i successi nello sport.
17) Facciamo un passo indietro e torniamo alla stagione 2000-’01 quando passa al Perugia. Come andarono le cose quando scese in campo con la maglia del Grifo, lei che era ed è un tifosissimo delle Fere?
La prima volta che ho indossato la maglia del Perugia è stato per una partita dell’Intertoto, contro lo Standard Liegi, quindi per una partita europea. Una partita, tra l’altro, giocata a Monza perché il Curi non era omologato per l’Uefa.
Invece giocai una sola partita al Curi, contro la Salernitana in Coppa Italia, dove sciaguratamente sbagliai un goal fatto proprio sotto la Curva Nord! I tifosi biancorossi, diciamo così, non è che la presero proprio benissimo! Il lunedì successivo venni ceduto al Cosenza.
Devo dire però che non fui mai oggetto di episodi particolari nei miei confronti, anche per merito di Alessandro Gaucci e di Mister Cosmi, i quali furono molto bravi a bloccare subito sul nascere eventuali polemiche e contestazioni nei miei confronti.
18) Se dovesse descrivere le sue caratteristiche tecniche ad un giovanissimo tifoso rossoverde che non lo ha mai visto scendere in campo, cosa gli direbbe?
Come calciatore, nel settore giovanile, nasco centrocampista e poi divento trequartista, mentre da professionista inizialmente gioco da esterno perché avevo gamba e tecnica, poi divento una punta centrale quando il mio fisico si è irrobustito, giocando o con un’altra punta vicina o con i due esterni ed io in posizione centrale di attacco.
Da questo punto di vista devo dire che è stato molto importante il fatto di essermi sempre impegnato al massimo durante gli allenamenti, perché quello che fai lì poi te lo ritrovi sempre in partita: è fondamentale!
Ero un giocatore sicuramente istintivo, con dei gesti tecnici importanti, e molti tifosi mi ricordano per questa mia caratteristica, però avevo anche, specie con la maturità degli anni, anche un buon equilibrio tattico. Mi piaceva anche svariare per il campo, non essendo certo una di quelle punte che aspettano l’arrivo del pallone in area, ma piuttosto andavo fino a centrocampo per cercare di carpirlo agli avversari.
19) Chi era il suo idolo calcistico quando lei era un adolescente?
Sicuramente Platini. Avevo le sue foto nella mia cameretta.
Poi in seguito anche Vialli, ma Platini rimaneva…Platini!
20) L’avversario più duro con cui ha avuto modo di scontrarsi?
Forse Walter Samuel, ex-Roma ed ex-Inter, perché secondo me era il difensore centrale più forte in quei tempi in Italia, ma non perché fosse scorretto ma proprio per la sua capacità tecnico-tattica. Uno veramente tosto!
In quell’anno in rossoverde invece non ricordo nessun avversario che mi abbia creato problemi enormi, fermo restando che in campo devi sempre combattere se vuoi conquistare la palla.
21) Lei oggi ha intrapreso la carriera di allenatore. Una domanda fin troppo scontata: quanto le piacerebbe un giorno sedersi sulla panchina rossoverde?
Sarebbe ovviamente il mio sogno! Il primo, quello di indossare la maglia della squadra della mia città, si è avverato a suo tempo. Sperare in un secondo sogno credo sia praticamente improbabile, però nel calcio, come nella vita…mai dire mai!
Aldilà della battuta, credo che fare l’allenatore a certi livelli sarebbe un compito molto gravoso, ma sarebbe vero anche il fatto che farlo a Terni, visto che conosco l’ambiente, forse sarebbe un pochino più facile.
22) E’ più facile, secondo lei, fare il calciatore o l’allenatore?
Sicuramente il calciatore, perché anche se è vero che devi rispettare le direttive dell’allenatore, puoi comunque dare sfogo in campo alle tue caratteristiche tecniche. Invece l’allenatore, oltre che essere preparato tecnicamente, deve essere prima di tutto un ottimo “psicologo”, dato che devi capire e saper gestire i caratteri di circa 30 calciatori e di tutti i dirigenti della Società. Indubbiamente molto più complicato!
La carriera di Zampagna in rossoverde:
2003-’04 (Serie B): Presenze in campionato: 41,
Goal realizzati: 21 Presenze in Coppa Italia: 1, Goal realizzati: 0
La carriera di Riccardo Zampagna (da giocatore):
198?-’91: Virgilio Maroso (Giovanili)
1991-‘96: Amerina(Eccellenza Umbra) (Presenze:102;goal:27)
1996-‘97: Pontevecchio (serie D) (Presenze: 22; goal: 13)
1997-‘99: Triestina (serie C2) (Presenze: 29; goal: 9)
1999: Arezzo (serie C1) (Presenze: 9; goal: 3)
1999-‘00: Catania (serie C1) (Presenze: 18; goal: 3)
2000: Brescello (serie C1) (Presenze: 12; goal: 3)
2000: Perugia (serie A) (Presenze: 0; goal: 0)
2000-‘01: Cosenza (serie B) (Presenze: 29; goal: 10)
2001-‘02: Siena (serie B) (Presenze: 29; goal: 7)
2002-‘03: Messina (serie B) (Presenze: 33; goal: 17)
2003-‘04: Ternana (serie B) (Presenze: 41; goal: 21)
2004-‘06: Messina (serie A) (Presenze: 39; goal: 14)
2006-‘08: Atalanta (serie B-A) (Presenze: 54; goal: 20)
2008: Vicenza (serie B) (Presenze: 16; goal: 6)
2008-‘10: Sassuolo (serie B) (Presenze: 61; goal: 16)
2010: Carrarese (serie C2) (Presenze: 10; goal: 2)
(da allenatore):
2013-‘14: Macchie (serie Prima Categoria)
2015: Voluntas Spoleto (serie D)
2015-‘16: Assisi (serie Promozione Umbra)
2016-‘17: Trestina (serie D)
2017-‘18: Trasimeno (Eccellenza Umbra)
2018: Orvietana (Eccellenza Umbra)
2019-’20: Scuola Calcio “Riccardo Zampagna”-San Giovanni Bosco
Marco Barcarotti
(intervista realizzata nel Febbraio 2019)
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