Dal 26 ottobre 1993 al 12 ottobre 2015, ventidue anni di amore e passione. Tutto per un solo ideale, per una maglia che rappresenta qualcosa di più rispetto a una semplice divisa da gioco. Quella di oggi è una data che Mario Frick non dimenticherà mai: 124 partite dopo la prima presenza in amichevole contro l'Estonia, l'ex giocatore di Arezzo, Verona, Ternana e Siena ha detto addio alla Nazionale del Liechtenstein, l'amore di una vita. E' il minuto 89 di un match valido per le qualificazioni europee, l'Austria è già avanti di tre gol, ma il risultato passa in secondo piano: il Commissario Tecnico del Liechtenstein, René Pauritsch, concede al suo uomo simbolo la standig ovation. Emozioni a non finire, lacrime che scendono giù e tutti uniti in un abbraccio per il capitano di mille battaglie, ineguagliabile highlander col numero dieci sulle spalle che fino a 41 anni ha sempre dato tutto per il suo Paese.
Una storia incredibile quella di Mario Frick, nato attaccante e diventato difensore centrale. La storia di un uomo che per non rinunciare alla sua passione e per non indebolire la sua Nazionale ha deciso di mettersi a disposizione con ogni mezzo, in ogni ruolo. Una carriera iniziata nel 1990, quando ancora sedicenne debuttò con il Balzers, e che continua fino al giorno d'oggi. E indovinate con chi? Sempre con la stessa squadra, che adesso gioca in quarta divisione svizzera e con la quale terminerà la stagione. E poi chissà… La parentesi italiana ricordata come quella più bella nelle squadre di club: dall'allora Serie C1 salto immediato in Serie A, da Arezzo a Verona, sponda Hellas. E la capacità di diventare un idolo con quell'indimenticabile tormentone: "La vie c'est fantastique quando segna Mario Frick!". La curva intona questo coro, lui, dopo i gol, mostra la maglia con la celebre frase. Alla Ternana, in Serie B, raggiunge un altro storico traguardo, diventando il calciatore straniero in grado di segnare il maggior numero di gol con la maglia rossoverde. Quattro anni in Umbria, poi ancora Serie A con il Siena. Nel 2009 nuovamente in Svizzera, prima al San Gallo, poi al Grassophers, sempre in Super League, fino al ritorno definitivo al Balzers, dove ancora oggi è il fulcro del gioco e da terminale offensivo si è trasformato nel giocatore che difende e fa ripartire l'azione. Senza mai rinunciare a un particolare non indifferente, quel numero dieci che rimane sulle spalle, dall'attacco alla difesa. Tutto per una smisurata passione nei confronti del calcio e della sua Nazionale.
Sì, la Nazionale del Liechtenstein, il vero grande amore di Mario Frick. Recordman di presenze (125 totali) e di gol (16), ha continuato a girare i campi di tutta Europa alla ricerca di soddisfazioni per sè e per la sua gente fino all'ultimo. Non ne sono arrivate moltissime, è vero, ma alcune sono davvero indimenticabili, come la firma sulla prima vittoria del Liechtenstein nelle qualificazioni europee nel lontano 1998 o il gol a una big, la Germania, in un'amichevole del 2000. E come quella di stasera, l'ultima, nell'appuntamento con la storia: l'abbraccio di pubblico e compagni è quello di una Nazione intera, per sempre riconoscente ad un campione vero alla sua ultima recita. Perchè tutto passa, ma le emozioni no. Come quelle che ha vissuto oggi Mario Frick, nato attaccante e diventato difensore solo per amore di un Paese.
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